Lazio: per omaggio fascista espulso coach guila | Italia – Calcio Internazionale – Sport

76 anni dopo la morte Benito Mussolini, il peggior dittatore della storia italiana, diventato partner della Lazio nel 1929, il fantasma del fascismo è ancora vivo nella squadra ‘biancocelesti’.

Lo scorso fine settimana, quando centinaia di giovani si sono radunati nel centro di Roma per marciare contro il fascismo, uno spagnolo, in divisa ufficiale della Lazio, ha deciso di compiere un gesto scandaloso di braccia tese e mani salde dopo la vittoria per 3-1 dei romani contro l’Inter Milano, allo Stadio Olimpico.

Nel video di tendenza sui social network, puoi vedere come Juan Bernabé, il Allenatore dell’aquila romana che ha preso il comando come mascotte della squadra, ha eseguito un ‘saluto nazista’ mentre i fan intonavano il soprannome ‘Il Duce’, per il quale il defunto leader nazionalista italiano è stato riconosciuto.

“Non lo nego perché sono un estimatore di Mussolini, ha fatto tante cose grandi per l’Italia e anche per Franco in Spagna. Io sono un estimatore di entrambi e non me ne vergogno”, ha detto lo stesso Bernabé in un dialogo con il quotidiano locale ‘Il Messaggero’.

Nonostante i dirigenti della Lazio abbiano riferito di aver licenziato Bernabé, che aveva guidato l’aquila romana per quasi 10 anni, la polemica era tutt’altro che finita.

Nonostante le critiche di vari settori della società italiana, non è la prima volta scandalo ‘fascista’ in cui il club è coinvolto.

La macchia ha perseguitato il club dopo che il 6 ottobre 1929 il giovane Mussolini pagò 1.000 lire italiane per essere uno dei suoi soci prescelti.

(Continua a leggere: Timo Werner e tutti i gol “impossibile da perdere” che non ha segnato.)

Umiliazione di Anna Frank e delle vittime del nazismo

I responsabili di legare il club alle idee di supremazia, promosse dal Partito Nazionale Fascista nel XX secolo, sono i tifosi ultralaziali.

Nell’ottobre 2018, durante il derby contro la Roma, il bar ‘irriducibili’ ha riempito lo stadio Olimpico di uno striscione offensivo contro il simbolo della vittima del nazismo in Europa: Anna Frank.

Questo gruppo radicale ha messo una foto di Frank con una maglietta rivale e le parole: “Anna Frank spinge Roma” come segno antisemitismo.

A quel tempo, a causa dell’imbarazzante incidente, la squadra biancoceleste doveva solo pagare una sanzione pecuniaria.

I calciatori simpatizzano con il fascismo

Di Canio ha esordito con la maglia della Lazio nel 1985.

Il percorso dei giocatori del club legati all’ideologia fascista inizia con Giorgio Chinaglia, un attaccante che ha brillato negli anni ’70 per i suoi gol e impallidito per le sue simpatie con il pensiero di destra che ha sinceramente sostenuto come presidente della Lazio nei primi anni ’80.

Da allora, la sua spregevole eredità è stata ripresa anche dagli italiani Paolo Di Canio, che ha giocato per quasi un decennio con la maglia della Lazio e che non ha mai esitato a celebrare i suoi gol con il saluto che l’allenatore dell’Aquila ha ora rivolto.

Inoltre, da quanto ha esibito nella sua eccessiva celebrazione, nonostante il ritiro, Di Canio conserva lo stemma dell’aquila sulla schiena e sul braccio sinistro la statua di Benito Mussolini.

(Anche: era così in politica per gli atleti che ci provavano prima di Ibargüen).

Razzismo contro i giocatori di colore

Ultras Lazio non ha esitato a discriminare la maggior parte dei giocatori di colore dei club rivali.

ai Paesi Bassi Aaron inverno, primo a vestire la ‘maglia azzurra’, i tifosi hanno restituito la maglia dopo che lui gliel’aveva offerta dopo una scintillante vittoria contro la Roma.

A Fabio Liverani, italiano di madre somala, i radicali hanno mostrato la loro disapprovazione quando è arrivato al club nel 2001, dipingendo varie facciate romane con degradanti insulti razzisti.

LAZIO

La Lazio entra nell’ultima edizione della competizione UEFA Europa League.

Nell’era digitale, la loro discriminazione è mutata sul web.

Nel 2012 la partenza dell’attaccante francese Djibril Cisse dIl Lazio è stato segnato da decine di attacchi di ‘irriducibili’ sui social.

(Non smettere di leggere: Roma, di José Mourinho, umiliato da Bodo).

Pronipote di ‘Duce’

Benito Mussolini

Mussolini fu il capo d’Italia durante la seconda guerra mondiale.

All’inizio di quest’anno c’era una notizia che Romano Benito Floriani Mussolini, la pronipote de ‘Il Duce’, ha firmato il suo primo contratto da professionista con la Lazio dopo essere caduto nelle fila del club.

Sebbene il giovane, di soli 18 anni, non abbia ancora rilasciato dichiarazioni che lo considerino un ‘fascista’, Alessandra Mussolini, sua madre, è una figura politica riconosciuta di estrema destra in Italia.

Allo stesso modo, Rachele Mussolini, una delle zie di Romano, è stata eletta poche settimane fa al consiglio di Roma con l’appoggio del partito estremista ‘Fratelli d’Italia’.

Quella sembra essere l'”eredità” del dittatore che, come lui, era impegnato sia in politica che nel calcio.

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