Italia: una sessantina di migranti morti in un naufragio vicino alla costa

Sessanta migranti sono morti questa domenica mattina, 26 febbraio, dopo che la loro barca è affondata vicino al villaggio di Steccato di Cutro, situato nella provincia di Crotone, in Calabria, nel sud Italia. Il bilancio, ancora provvisorio, potrebbe aumentare.

Questa domenica, 26 febbraio, una sessantina di migranti sono stati trovati morti dopo che la loro barca è affondata all’alba in mare vicino al villaggio di Steccato di Cutro, situato nella provincia italiana di Crotone, in Calabria.

Secondo l’agenzia di stampa italiana ANSA, “oltre ai cadaveri ritrovati sulla spiaggia, in contrada Steccato di Cutro, ci sono anche quelli ritrovati in mare che devono ancora essere ritrovati”. I migranti si trovavano su un barcone, ritenuto un peschereccio, squarciato in due dalle onde del mare agitato.

Tra le vittime diverse donne e bambini.

Secondo i media italiani 24 ore, c’erano 250 persone a bordo. Il numero dei sopravvissuti è attualmente di 80 persone, 21 delle quali sono state portate al pronto soccorso dell’ospedale di Crotone. Gli altri sono stati trasferiti in un centro di accoglienza dell’isola di Capo Rizzuto, situato a pochi chilometri da Steccato di Cutro.

La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha espresso “profondo dolore per le tante vite umane distrutte dal traffico di esseri umani”. “Le azioni di chi oggi specula sui morti, avendo glorificato l’illusione di un’immigrazione senza regole, si commentano da sole”, ha detto Giorgia Meloni, spiegando che il suo governo “continuerà a impedire le partenze chiedendo prima la massima collaborazione agli Stati Uniti in partenza”. e origine”.

Sul posto erano ancora presenti carabinieri, carabinieri, guardia di finanza (dogana e guardia di finanza, schede redazionali) oltre a guardia costiera e vigili del fuoco.

È probabile che il bilancio delle vittime cambi perché ci sono ancora molti corpi che devono essere rimossi in mare.

Jacqueline Andrus

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