Arrestato in Italia il leader indipendentista catalano Carles Puigdemont

Una figura importante nel tentativo di secessione della Catalogna del 2017, i leader indipendentisti sono fuggiti in Belgio per sfuggire alle autorità spagnole. È stato rilasciato venerdì, in attesa della decisione del giudice sulla sua estradizione.

A Madrid

Un nuovo imbroglio giuridico-politico per Carles Puigdemont e, con lui, per le corti italiane, spagnole ed europee, per non parlare del governo di Pedro Sanchez. L’ex presidente della regione catalana è stato arrestato giovedì scorso dalla polizia italiana mentre scendeva da un aereo ad Alghero, in Sardegna, mentre pianificava di partecipare a diversi forum e tavole rotonde. È stato rilasciato venerdì pomeriggio dalla Corte d’Appello di Sassari, libero di muoversi ma dovrà rivedere un giudice il 4 ottobre, perché quest’ultimo possa pronunciarsi sul mandato d’arresto europeo (MAE) emesso nei suoi confronti. Tribunale. Quest’ultimo intende processare Carles Puigdemont per sedizione e appropriazione indebita, accuse per le quali i suoi colleghi rimasti in Catalogna lo hanno condannato al carcere. La natura di questo mandato di cattura, che può essere eseguito immediatamente o sospeso per mesi, ha dato adito a interpretazioni contraddittorie da parte dei giuristi.

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La difesa di Carles Puigdemont è ottimista. Gli avvocati hanno ricordato il loro successo in Belgio, dove il loro cliente si è rifugiato nell’ottobre 2017 per eludere la giustizia spagnola, dopo aver tenuto un referendum illegale sull’autodeterminazione e aver dichiarato unilateralmente l’indipendenza. Hanno anche sottolineato la loro vittoria in Germania, vinta nel 2008. In entrambi i casi, i tribunali locali hanno indagato sul MAE, poi si sono rifiutati di eseguirlo.

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Pere Aragon, attuale presidente della Catalogna

Questa volta la situazione era ancora più complessa. Carles Puigdemont, eletto deputato europeo nel 2019, ha beneficiato per due anni della sua immunità parlamentare. Quest’ultimo è stato abrogato lo scorso luglio, un fatto che resta fedele a coloro che difendono che l’ex leader regionale è stato consegnato alla Spagna. La Corte dell’Unione Europea (CGUE) ha confermato la revoca dell’immunità, ma ha utilizzato un argomento che questa volta ha sollevato dai sostenitori di Puigdemont: le tutele parlamentari sono inutili perché il MAE è stato sospeso. Questa sospensione è una conseguenza diretta del sequestro della stessa CGUE da parte della Corte Suprema spagnola, che voleva chiarire le regole del MAE per costringere i giudici belgi a consegnare gli imputati.

Nella sua risoluzione, la CGUE ha stabilito che la sospensione del MAE era stata confermata da un rappresentante della Spagna, il procuratore di Stato, istituzione che difende gli interessi della pubblica amministrazione in giudizio. Ma la Corte Suprema, che ha lottato per quattro anni per processare Puigdemont in Spagna, ha fatto un’analisi completamente diversa. Il giudice delegato, Pablo Llarena, ha chiesto che il MAE sia trasmesso alla Corte d’Appello di Sassari. Pablo Llarena ha deciso che un altro percorso verso la CGUE ” non cambia la situazione procedurale”. In altre parole, il mandato doveva essere eseguito, Puigdemont fu arrestato e mandato in Spagna.

Il rischio di ostacolare il processo di dialogo

Abbastanza per rafforzare l’indipendenza dei sostenitori dell’ex presidente della regione, che vedono questa divergenza come una duplicazione o una trappola. Uno dei vertici del suo partito, Elsa Artadi, ha condannato l’azione“Bugie” La Spagna, mentre l’attuale presidente della regione, Pere Aragon, è anche un indipendente ma membro di una formazione rivale considerata più moderata, ritiene che”Lo Stato spagnolo non ha agito in buona fede”. Nel frattempo, il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, ha ritenuto che Carles Puigdemont “deve sottomettersi alla giustizia spagnola”. Un’affermazione che non ha altro valore se non quello politico.

L’arresto di Carles Puigdemont rischia di ostacolare il processo di dialogo avviato diversi mesi fa. Dopo aver graziato un ex leader dell’indipendenza che ha trascorso tre anni in prigione, Pedro Sanchez si è recato a Barcellona la scorsa settimana per incontrare Peres Aragon. I sostenitori dell’accordo non si aspettano che il più testardo dei leader separatisti torni in prima linea.

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Lance Norris

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