Venerdì la polizia italiana della concorrenza ha multato Google e Apple di 20 milioni di euro, divisi equamente tra le due società, per pratiche commerciali scorrette. Antitrust italiano”stabilito che le due società avevano ciascuna violato il Codice del Consumo due volte, la prima non fornendo informazioni sufficienti (ai propri clienti, ndr), la seconda a causa di pratiche aggressive nell’uso dei dati dei consumatori a fini commerciali», Mostra il comunicato stampa.
Dato che i due colossi del digitale raccolgono informazioni dai propri clienti, Antitrust”ha stabilito che né Google né Apple hanno fornito informazioni chiare e tempestive sull’acquisizione e l’utilizzo dei dati dei propri utenti per scopi commerciali“, secondo la stessa fonte.
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Riguardo alla seconda infrazione, il gendarme di concorrenza denuncia”allenamento aggressivoda entrambe le società. Google ad esempio è accusato di preinstallazione in fase di creazione account”accettazione da parte dell’utente del conferimento e utilizzo dei propri dati per finalità commerciali».
Questo “la preattivazione consente il trasferimento e l’utilizzo dei dati da parte di Google (…) senza la necessità di un’altra sezione in cui l’utente può confermare o modificare la sua scelta», Definire comunicati stampa. “Nel caso di Apple, le attività promozionali si basano sulla modalità di acquisizione del consenso all’utilizzo dei dati per finalità commerciali senza dare la possibilità ai consumatori di preselezionare la propria condivisione dei dati.», Antitrust avanzato.
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L’autorità indipendente ha inflitto martedì ammende salate, 200 milioni di euro, ad Amazon e Apple, di cui oltre 134 milioni in quest’ultima, per aver limitato l’accesso alla piattaforma di Amazon da parte di alcuni rivenditori di prodotti Apple. I paesi dell’Unione Europea hanno intensificato le sanzioni finanziarie contro i pesi massimi del digitale America e Cina negli ultimi mesi, nel tentativo di regolamentare meglio le loro attività.
A maggio l’Antitrust italiano ha inflitto a Google una sanzione di 102 milioni di euro per abuso di posizione dominante, mettendo in dubbio il suo rifiuto di accettare sulla piattaforma Google Play applicazioni di terzi che consentono di trovare stazioni di ricarica per auto elettriche. .
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