La morte di Lina Vertmiller, è grande perdita nel cinema italiano dove eccelleva, specialmente negli anni ’70.
Grazie alle sue visioni acute e aggiornate sulle condizioni politiche ed economiche del mondo occidentale moderno, film di Vertmiller come “Mime the Blacksmith”, “History of Love and Anarchy” e “The Lady and the Sailor” riescono a offrire al pubblico non solo momenti di risate, relax ma anche stimolazione dei riflessi.
Inoltre, per il suo film “Pascualino and the Seven Beauties” (1975), Vertmiller è stata la prima donna nella storia degli Oscar a vincere più nomination nelle categorie di miglior regista e migliore sceneggiatura scritta direttamente per il film. grande schermo.
Arcanela Felice Assunda aristocratico Vertmiller von Elg Spaniol von Braueich è nato il 14 agosto 1928 nel Lazio e il suo amore per l’arte si è manifestato fin dalla tenera età. Le sue idee fantasiose attrassero Federico Fellini che lo sostenne nei suoi primi passi. Prima di intraprendere il suo percorso personale nel cinema, è stato assistente di Fellini in “Otto e mezzo”.
Con il suo marchio di fabbrica – solitamente bianco – montatura in osso, occhiali e capelli corti, Vertmiller è diventato una delle figure più distintive dell’arte italiana mentre i maggiori festival onorano sempre il suo lavoro. Ha gareggiato a Cannes (“Mimo il fabbro”, “Storia d’amore e di anarchia”), a Venezia (“In una notte di chiaro di luna”) ea Berlino (“Una notte piena di pioggia”, “Camorra”).
Da segnalare infine che Lina Vertmiller è anche paroliera e la sua canzone “Viva la pappa col pomodoro” è stata ascoltata in diversi film, tra cui “Luca” di quest’anno.
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