UniCredit, la banca italiana che nel 2020 ha perso il titolo di numero uno in Italia a favore di Intesa Sanpaolo quando è subentrato a UBI di medio livello, ha in programma di tagliare 3.000 posti di lavoro attraverso una partenza volontaria come parte di un piano strategico previsto per dicembre. 9.
Il nuovo direttore di UniCredit in Italia, Niccolò Ubertalli, ha dichiarato ai sindacati in una recente riunione che la banca riassegnerà il personale a seguito dell’impatto dei tagli degli ultimi anni.
I tagli verranno effettuati presso le sedi aziendali; tuttavia, la cifra è ancora provvisoria in quanto la banca avvierà le trattative con il sindacato solo dopo aver svelato la strategia.
Nella sede italiana, dove verrà effettuata la maggior parte dei tagli, le banche licenziano le persone solo volontariamente e di solito attraverso costosi piani di prepensionamento.
L’unione bancaria italiana mira a sostituire la metà delle persone che escono con dipendenti più giovani in accordi di cassa integrazione.
Nel contesto, il piano UniCredit, già presentato a dicembre 2019 e con un obiettivo al 2023, prevede 8.000 tiraggi, che rappresentano 1,6 miliardi di euro di costi di ristrutturazione.
Dopo vari colloqui con i sindacati, UniCredit ha concordato nell’aprile 2020 5.200 partenze volontarie nel Paese, che saranno compensate da 2.600 dipendenti.
All’inizio del 2016, UniCredit ha tagliato 14.000 posti di lavoro nel suo primo piano quadriennale.
UniCredit sta inoltre valutando un’estensione a medio termine per assumere il pieno controllo della joint venture con la francese CNP Assurances.
UniCredit Bank opera in 13 mercati, tra cui Germania, Austria ed Europa dell’Est e impiega 87.102 persone nel mondo, di cui 36.000 in Italia.
I tagli sono stimati al 3,4% della forza lavoro totale di UniCredit.
Con informazioni da WTVBAM
“Avid organizer. Hipster-friendly bacon evangelist. Friend of animals everywhere. Entrepreneur.”