La lotta all’epidemia storica, catturata dagli Archivi Italiani | scienza

Le testimonianze di persone che hanno vissuto epidemie storiche come peste e colera sono state restaurate e riflesse dall’Archivio di Stato italiano con un libro che vuole essere “l’antidoto alla paura” di oggi, segnata dalla pandemia di coronavirus.

L’opera “Epidemie e medicina antica tra lettere d’archivio” raccoglie immagini, testi e note che descrivono come si è fermato il progresso di epidemie come l’influenza spagnola, ha affermato il Ministero della Cultura italiano, che ha curato l’opera per riflettere aspetti delle somiglianze di questi fatti alla realtà al momento.

Questa raccolta illustra come concetti o misure di quarantena come il distanziamento sociale sono stati applicati nel XV secolo per fermare la diffusione della malattia, mostrando parallelismi con il mondo di oggi che consentono di “imparare dal passato”, spiega il ministro della Cultura italiano Dario Franceschini.

Immagini come il ritratto di un medico che indossa una maschera a forma di becco per proteggersi dalla peste mostrano che “la maschera non è un’invenzione ora”, ha aggiunto Franceschini in una nota.

Spiegazione e utilizzo di gadget per l’autoprotezione, farmaci utilizzati per curare i contagiati, discussioni scientifiche, manifesti promozionali per campagne di vaccinazione o manifesti a sostegno di istituzioni sanitarie come la Croce Rossa sono alcuni dei documenti inseriti nel volume. .

Allo stesso modo, vengono presentate lettere e comunicati ufficiali del governo che riguardano il corso di questa epidemia e che ricordano la situazione vissuta negli ultimi due anni a causa della pandemia di coronavirus.

Con tutta questa raccolta storica, questo libro aspira ad essere “un potente antidoto alle paure e al disorientamento di oggi”, secondo la direttrice generale dell’Archivio di Stato, Anna Maria Buzzi.

Inoltre, questo progetto che coinvolge l’Istituto archivistico italiano vuole dare speranza sulla situazione, oltre a rivelare notizie che dichiarano la fine dell’epidemia e il ripristino della vita sociale.

Jacqueline Andrus

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