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MADRID, (EUROPA PRESS) – Il presidente egiziano Abdelfatá al Sisi ha emesso mercoledì la grazia presidenziale per Patrick Zaki, ricercatore per i diritti umani, che il giorno prima era stato condannato a tre anni di carcere per “aver diffuso notizie false sullo stato interno del Paese” in un articolo da lui pubblicato nel 2019.

Le autorità statali hanno arrestato Zaki martedì in un caso per aver scritto articoli sulla difficile situazione dei cristiani in Egitto. Il processo si è svolto ai sensi dell’Emergency Act, che non consente appelli in nessun tribunale ma richiede la ratifica formale da parte del presidente del paese.

In questa grazia, Al Sisi ha incluso anche diverse persone che si trovavano in carcere, tra cui l’importante avvocato per i diritti umani Mohamed al Baqer, accusato di aver aderito a un gruppo terroristico e di aver diffuso informazioni false, come riportato dal quotidiano egiziano ‘Al Ahram’.

Il Comitato per le grazie presidenziali ha spiegato che questi passi sono stati compiuti in risposta a una richiesta del Consiglio per il dialogo nazionale e di altre forze politiche, che hanno ritenuto che questa decisione “riaffermi la passione del presidente nel fornire un’atmosfera positiva per il successo del dialogo nazionale”.

Allo stesso modo, il Consiglio nazionale per i diritti umani (CNDH) del paese ha indicato che questa nuova grazia è “una conferma della determinazione della leadership politica ad andare avanti nel campo dei diritti umani”.

“Il successivo rilascio di attivisti, sia in stato di condanna che in custodia cautelare, conferma che c’è una reale volontà di voltare pagina con tutto il potere politico (…) e aprire la strada a un’esplosione del lavoro sui diritti umani basato sul rispetto della libertà di espressione e di tutti i diritti civili e politici di tutti i cittadini”, ha spiegato.

TOUR IN ITALIA

Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, ha annunciato che Zachi tornerà in Italia questo giovedì e ringrazierà il presidente egiziano per la grazia, che ha definito un gesto “importante”.

Allo stesso modo, la Meloni ha detto che nelle occasioni in cui ha incontrato Al Sisi ha trovato “sempre” attenzione e disponibilità. Il capo del governo italiano ha anche ringraziato i servizi segreti ei diplomatici, sia italiani che egiziani, “che non hanno smesso di lavorare in questi mesi per arrivare alla soluzione auspicata”.

Secondo alcune fonti, l’indulto sarebbe stato il risultato di “lunghe e costanti trattative tra le autorità italiane ed egiziane”, guidate dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che negli ultimi mesi ha svolto diverse missioni in Egitto.

A questo proposito, Tajani ha sottolineato che l’indulto è dovuto “grazie alla politica estera del Governo”: “Abbiamo dato un contributo decisivo alla liberazione di questi giovani studenti. Risultati concreti attraverso il lavoro e la credibilità internazionale”, ha pubblicato il suo profilo sul social network Twitter.

URGENZA DELL’UE A RILASCIARE GLI ALTRI PRIGIONIERI POLITICI

Il governo degli Stati Uniti ha reagito alle grazie concesse dalle autorità egiziane a favore di Patrick Zaki e Mohamed la Baqer, “entrambi detenuti ingiustamente per aver esercitato libertà fondamentali.

Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha colto l’occasione per sollecitare l’Egitto “a rilasciare tutti i prigionieri politici detenuti ingiustamente”.

“I progressi nei diritti umani rafforzeranno le nostre relazioni bilaterali”, ha affermato il portavoce dello Stato, come indicato attraverso il suo profilo sul social network Twitter.

Jamileth

Daniel Jensen

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