Sarebbe un eufemismo dire che la storia dell’Europa del XVI secolo era (già) complessa. Siamo nel bel mezzo di una rinascita, un’epoca in cui lo stato nazione è ancora una finzione lontana, persino un pio desiderio. E in questo agglomerato di regni, repubbliche, regni e imperi, un uomo, che non era molto bello, ma non troppo appariscente, andò a cavallo, per cercare di coprire l’impossibile breccia del sistema.
Juan Carlos d’Amico e Alexandra Danet hanno ragione a parlare di “sogno imperiale”, perché le aspirazioni di Carlo V sarebbero apparse sui muri della realtà per tutta la vita. Senza voler fare anacronismi o facili scorciatoie, alcune pagine di questa biografia ci rimandano all’attualità, tanti meccanismi di alleanza sulle origini del conflitto trovano eco nei tragici eventi accaduti in Ucraina. (Da leggere a cura dello stesso editore)
Con questa nuova biografia, Juan Carlos d’Amico e Alexandra Danet raccontano con rara precisione il contesto politico dell’epoca. Non siamo qui nello studio dei costumi, pochissimi posti per studiare l’anima del personaggio centrale. No, qui ci poniamo dal punto di vista delle principali linee di potere, religione, politica, tensione egemonica.
Pertanto, i lettori in cerca di iniziazione possono sentirsi persi in questa marea di date e nomi. Niente di insormontabile ma concordiamo sul fatto che il titolo sia rivolto più a lettori che hanno già dimestichezza con i tempi. I lettori emergeranno da questa biografia con una visione molto più ampia del buon vecchio Carlo V, l’uomo che governava un impero dove il sole non tramonta mai.
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