15:07, 13 agosto 2019
In Italia i leader politici sono in contrasto. La mozione contro il governo presentata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini ha provocato una grave crisi e ha completamente stravolto le carte. Gli alleati di ieri sono diventati i nemici di oggi e viceversa. Questo martedì, i senatori hanno interrotto le loro ferie e si sono incontrati in plenaria per decidere una data per un voto di sfiducia. Una scelta strategica che dovrebbe rivelare nuove tendenze e linee di frattura nella vita politica italiana. JDD fa il punto sui suoi principali attori.
Matteo Salvini: il nuovo uomo forte
È lui che sta dietro la crisi. Giovedì scorso Matteo Salvini ha schiacciato la coalizione tra il suo partito, la Lega e il Movimento 5 Stelle (M5S). Lo stesso ministro dell’Interno di estrema destra ha presentato una mozione di sfiducia al governo e ha chiesto elezioni anticipate. Sostenuto dai sondaggi che gli danno tra il 36 e il 38%, spera di diventare il prossimo Presidente del Consiglio.
Una rinascita alle stelle per il 46enne milanese. Legato all’età di 17 anni, a 20 anni è diventato consigliere comunale di Milano. Nel 2013 ha guidato il partito nel peggiore dei casi. Il suo stile provocatorio e la sua posizione anti-migrante e anti-europea gli hanno permesso di guadagnare rapidamente una vera fama.
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Durante le elezioni legislative del 2018 ha stretto un’alleanza con Forza Italia di Silvio Berlusconi e con i neofascisti Fratelli d’Italia. Con il 17%, la Lega è diventata il partner principale della coalizione ma questa non ha ottenuto la maggioranza. Matteo Salvini si è poi allontanato dal suo compagno di destra per formare un governo con il M5S.
Nominato ministro dell’Interno, Matteo Salvini ha rapidamente riempito lo spazio mediatico e si è distinto per la sua durezza con i migranti, ma anche per le sue battute provocatorie contro Emmanuel Macron. Un atteggiamento che gli ha permesso di vincere le elezioni europee e diventare il leader di destra a Bruxelles. Forte di questa vittoria, Matteo Salvini si oppose sempre più al M5S fino a far saltare in aria la maggioranza.
Oggi Matteo Salvini spera di far passare mercoledì una mozione di condanna in modo che le elezioni si svolgano il prima possibile. Il che non è necessariamente di gusto dei suoi rivali, primo fra tutti l’ex compagno Luigi Di Maio.
Luigi Di Maio: giovane lupo intrappolato
La notte del 4 marzo 2018 sorrise ampiamente. Luigi Di Maio ha appena portato il Movimento 5 Stelle in testa alle elezioni legislative con un punteggio vicino al 33%. Un successo fenomenale per il giovane politico (33 anni) che contrasta con la difficile situazione in cui si trova attualmente.
Di origini campane, laureato in giurisprudenza, Luigi Di Maio è salito rapidamente tra le fila del M5S fondato nel 2009. Nel 2017 è stato nominato capofila del partito populista e succede a Beppe Grillo, figura storica del movimento. Luigi Di Maio ha sviluppato la dottrina M5S e in particolare ha allentato la sua posizione sull’uscita dall’euro.
Ha guidato il suo partito alla vittoria nel 2018 ma non ha ottenuto abbastanza seggi per governare da solo e poi si è rivolto a Matteo Salvini per trovare un accordo con il governo. Dopo essere diventato ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, è riuscito a forzare il “reddito di cittadinanza” ma ha anche dovuto fare molte concessioni e non è riuscito a bloccare i grandi lavori che aveva promesso di interrompere presto.
In un sondaggio in caduta libera (18%), Luigi Di Maio è rimasto sorpreso dalla mossa di Matteo Salvini e sembra essere il grande perdente di questa manovra politica. Tanto che Beppe Grillo è uscito dal suo silenzio per venire a sostenerlo, proponendo un “fronte repubblicano” per impedire ai “barbari” di prendere il potere.
Matteo Renzi: i revenants
Una soluzione che potrebbe unire Matteo Renzi. L’ex premier democratico (2014-2016) ha abbracciato l’idea di un governo istituzionale “aperto a tutti” per adottare il bilancio 2020 ed evitare l’aumento automatico dell’Iva previsto per il prossimo anno. Le elezioni saranno quindi rinviate.
Concretamente, potrebbe essere un’alleanza tra Pd e M5S. Le due parti hanno concordato i tempi della mozione di condanna.
In fondo in molti l’hanno vista come la manovra di Matteo Renzi per tornare alla ribalta della scena politica. Ancora influente nel partito, ha dovuto dimettersi dalla dirigenza del PD in seguito alla sconfitta alle elezioni legislative del 2018. Il 44enne fiorentino spera ora di sfruttare la crisi per prendere più peso politico ma potrebbe emergere contro Nicola Zingaretti.
Nicola Zingaretti: anti-Renzi
Il boss del Pd dallo scorso marzo, Nicola Zingaretti è considerato più a sinistra di Matteo Renzi. Eurodeputato dal 2004 al 2008, dal 2013 è presidente della regione Lazio (Roma compresa). A 53 anni ha permesso al PD di salire leggermente nei sondaggi dal 19% al 23% in cinque mesi.
Nonostante non abbia mai chiuso del tutto le porte a un’alleanza con il M5S, lui, a differenza di Renzi, ha sostenuto un’elezione il prima possibile. Secondo lui respingerli andrebbe a vantaggio di Matteo Salvini, che potrebbe poi denunciare le manovre dei suoi avversari.
Silvio Berlusconi: l’eterno
All’età di 82 anni, Silvio Berlusconi è ancora in gioco politico nonostante le sue sconfitte economiche e politiche. Eletto eurodeputato a fine maggio, guida la formazione di destra di Forza Italia. Se quest’ultimo non ha più lo stesso peso del 2011, data in cui Silvio Berlusconi lascia la presidenza del Consiglio, potrebbe essere decisivo nella dichiarata lotta politica. Accreditato con il 6% dei voti, Forza Italia potrebbe allearsi con la Liga di Matteo Salvini come ha fatto durante la campagna 2018.
Matteo Salvini, che in precedenza aveva annunciato di voler fare campagna da solo, alla fine ha cambiato idea e ha annunciato che avrebbe incontrato Silvio Berlusconi per offrire un accordo.
Giorgia Meloni: neofascista
Matteo Salvini deve incontrare anche Giorgia Meloni per proporgli un’alleanza. Unica donna a capo di un grande partito nazionale, guida i Fratelli d’Italia, partito neofascista. Eletto deputato all’età di 29 anni nel 2006, è stato nominato Ministro della Gioventù da Silvio Berlusconi nel 2008. Nel 2014 ha guidato il partito e poi non è riuscito a vincere sindaco di Roma nel 2016. Ha fatto campagna con Matteo Salvini nel 2018 ma alla fine ha rinunciato a partecipare al governo con il M5S.
Fedele ai suoi temi storici come la lotta all’immigrazione clandestina, la sicurezza, la critica all’Unione Europea e alla sovranità, Fratelli d’Italia è oggi accreditato del 7% nel sondaggio e vedrà una nuova alleanza con la Lega.
Sergio Mattarella: arbitro
Se in Italia il Presidente della Repubblica ha scarso potere politico, resta il garante dell’istituto. In quanto tale, è l’unico che può sciogliere il Parlamento per tenere elezioni generali anticipate.
Tuttavia, il 78enne democristiano notoriamente si è opposto alle elezioni di settembre-ottobre, quando la terza economia più grande dell’eurozona, fortemente indebitata, elaborerà una legge finanziaria e dovrà discuterla con Bruxelles. Può quindi decidere di nominare un responsabile per la formazione della nuova maggioranza.
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