FIGAROVOX / INTERVISTA – La partenza di un ministro vicino all’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi significa che Giuseppe Conte ha ormai perso la maggioranza, aprendo così una crisi politica. Per Christophe Bouillaud, specialista della politica italiana, questa turbolenza nella maggioranza andrà a beneficio di Matteo Salvini ma anche potenzialmente di Renzi che potrebbe eventualmente posizionarsi come capo dell’opposizione riformata.
Ex studente della cole normale supérieure, Christophe Bouillaud è professore di scienze politiche all’Istituto di studi politici di Grenoble dal 1999 e borsista in scienze sociali. È specializzato in politica italiana e relazioni internazionali.
FIGAROVOX. – Con la partenza del ministro vicino all’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha di fatto perso la maggioranza, aprendo una crisi politica. Quello che è successo?
Christophe BOUILLAUD. – Bisogna mettere al centro la spiegazione della voglia, che sembra irresistibile, di Matteo Renzi di vendicarsi delle due parti che fino ad oggi gli hanno impedito di diventare il grande leader della riforma italiana che sostiene di essere. Infatti, con la sua scelta di ritirare i suoi ministri, ha messo in difficoltà gli altri due maggiori partiti alleati con il governo dall’autunno del 2019, il Partito Democratico (PD) e il Movimento Cinque Stelle (M5S).
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Da una parte bisogna capire che il PD non è altro che l’ex partito di Matteo Renzi, di cui lui è il leader”carismatico“Dalla fine del 2013 all’inizio del 2017. Da questo partito, erede dei due maggiori partiti che dal 1945 hanno garantito la democrazia italiana (il Partito Comunista Italiano da una parte e la Democrazia Cristiana dall’altra), ha riuscito nel suo regno”La festa di RenziIl “PDR” usa la frase il politologo italiano Ilvo Diamanti. Da questa vecchia casa ne ha fatta una”festa privata“Relazionato unicamente alla sua immagine e alle sue scelte politiche, liquidando l’intera vecchia classe dirigente, per la quale ha dimostrato di essere un bene”riciclare“(Scratching), versione italiana di”degagismo“Francia.
Tuttavia, nel dicembre 2016, si è tenuto un referendum sulle riforme costituzionali che hanno rafforzato l’esecutivo italiano e indebolito i territori che Matteo Renzi desiderava così disperatamente, e questo è stato un amaro fallimento, in gran parte dovuto al rifiuto della parte italiana da parte del suo popolo. Dopo questa sconfitta – forte partecipazione elettorale e netto predominio del voto non da nord a sud del Paese – ha poi dovuto lasciare la guida del PD, pur cedendo la carica di presidente del Consiglio a un suo alleato .
Matteo Renzi è uno dei politici più odiati dagli italiani
Infatti, grazie al suo peso nel PD, e nonostante la sua impopolarità, è riuscito durante la compilazione della lista PD per le elezioni del 2018 a inserire nella lista di quest’ultimo un certo numero di suoi seguaci. Nell’autunno del 2019, di fronte a un PD che ricorda di avere radici democratiche e di essere irriducibile all’impresa politica di candidato capo supremo, decide di separarsi dai “suoi” deputati e senatori, e di creare un partito . “100% personale“Di nome”vivi l’italia” (IV).
Contrariamente alle attese di Matteo Renzi, il suo nuovo partito ha superato i sondaggi intorno al 3/5% di intenti, in linea con il fatto che Matteo Renzi è uno dei politici più odiati dagli italiani, anche se, senza dubbio, ci sono un piccolo numero di elettori che lo hanno soddisfatto della novità che rappresentava e rappresenta ancora ai loro occhi. Quindi il primo punto della strategia di Matteo Renzi: ricordare i bei ricordi del suo ex compagno che non aveva l’intelligenza per tenerlo alla guida.
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D’altra parte, vale la pena ricordare che il M5S è stato il partito che nel 2016 ha guidato la lotta al governo Renzi (2014-2016) e gli ha impedito di far passare le sue riforme costituzionali. Il partito sta soprattutto guadando le stesse acque di “degagismo” che ha fatto Matteo Renzi tra il 2012 e il 2014, ovvero la rottura con le politiche tradizionali dei partiti della Seconda Repubblica (1993-2013). Il M5S, come Matteo Renzi, avrebbe dovuto rilanciare agli occhi degli italiani.
Si scopre che il M5S ha vinto l’incarnazione della novità nel 2018, che ha avvicinato una personalità a quella del M5S in carica, Giuseppe Conte, e, infine, è passato inosservato al grande pubblico nella primavera del 2018 durante la quale la sua nomina non è stata molto male fino ai mesi scorsi, ma ora si trova in difficoltà nell’affrontare la seconda ondata dell’epidemia. Quindi il secondo punto della strategia di Matteo Renzi: cercare di sbarazzarsi di G. Conte per nominare il suo successore qualche famosa mediocrità che gli permetta di emergere come l’unico leader disponibile in mezzo, o nel peggiore dei casi retrocedere G. Conte costringendolo ad accettare ingoiare dei serpenti.
Intendiamoci: qui la posta in gioco è puramente politica, “sparate Conte”
Certo, Matteo Renzi sostiene che ci sono forti disaccordi con G. Conte e M5S su come utilizzare i fondi”Fondo di recupero“Assegnati all’Italia o su chiamata o meno ai fondi del meccanismo europeo di stabilità (Esm), ma non possiamo sbagliarci: la posta in gioco qui sono puramente politici”,storia delle armi».
Il vero enigma di tutta questa vicenda, che arriva in un momento in cui l’Italia sta vivendo i suoi momenti bui dal punto di vista della pandemia, è il motivo della lealtà al proprio leader eletto».renziste», Deputati e senatori. Avevano chiaramente una relazione cliente con questo capo, ma cosa offriva loro? Come li teneva? Sono così delusi dal possibile destino di un politico che la maggior parte degli italiani odia così tanto? Mistero.
Conte e Renzi hanno la responsabilità di una potenziale crisi di governo, che sarebbe accolta molto male dagli italiani nel bel mezzo di una pandemia. Se ciò accade, chi sarà ritenuto responsabile?
Per ora non ci sono dubbi che sia stato Matteo Renzi a ordinare ai suoi due ministri di lasciare il governo Conte. Non molti nelle autorità sociali ed economiche italiane sono favorevoli a questa avventura ministeriale di crisi, che potrebbe portare all’obbligo di indire elezioni anticipate.
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È quindi possibile che Matteo Renzi sia visto dagli italiani come la causa di questa crisi di governo, ma poco importa. Quello che conta per Matteo Renzi è esistere, fare notizia, far cadere G. Conte, distruggere la Roma.
Mantenere l’attuale coalizione sembra l’unico modo per impedire il ritorno di Salvini. La turbolenza che stava vivendo in questo momento poteva giovare al leader della Lega?
Certo è che, per Matteo Salvini, bisticciare tra la maggioranza oggi è una grande manna. Ad ogni modo, alla fine, G. Conte è riuscito a ricostituire una maggioranza parlamentare al Senato, con diversi senatori chiamati”responsabile“Non avendo molta voglia di tornare al ballottaggio quest’anno, e poi Salvini potrà sottolineare la debolezza politica dell’amministrazione Conte, che è costretta a fare affidamento su questi centristi solo per restare senatore o deputato alle elezioni. . temporaneo.
O dobbiamo trovare un’altra forma di governo oltre all’alleanza M5S/PD/IV, e Mr. Salvini potrebbe spingersi oltre intrufolandosi nel governo di unità nazionale o sostenendolo dall’esterno, lasciando il ruolo di irresponsabile opposizione ai Frères d’Italie (FdI), il partito attualmente in ascesa nell’opposizione di estrema destra. Questa soluzione gli permetterà di compensare il sovraccarico linguistico degli ultimi mesi, e senza dubbio soddisferà le richieste dell’ala più radicata nelle istituzioni leghiste.
Matteo Renzi probabilmente utilizzerà la vittoria di questa destra (…) per poi ricostruirsi, un’opposizione
O, in mancanza di altre soluzioni, l’Italia torna alle urne in tarda primavera, e non c’è dubbio che sarà il candidato di destra meglio piazzato a tornare all’attività come presidente del Consiglio. Berlusconi non è più davvero in corsa per la leadership e FdI è ancora indietro rispetto alla Lega in termini di intenti di voto. Salvo una sorpresa impensabile in questa fase, i diritti saranno dietro il leader del più grande partito in questo campo – perfettamente unito in tutte le elezioni locali dal 2018, per non parlare dei litigi di alto profilo al vertice.
In conclusione, va notato che Matteo Renzi utilizzerà probabilmente questa vittoria giusta che segnerà senza dubbio la fine del M5S e una perdita pesante per il PD, per poi ricostruire intorno a sé un’opposizione. Va precisato che, ovviamente, le riforme costituzionali votate da deputati e senatori per dimezzare il numero dei parlamentari, e approvate con referendum di conferma nel settembre 2020, ma c’è ancora incertezza sulla legge elettorale. si applicherà.
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Per evitare distorsioni nella rappresentanza politica del Paese, sarebbe meglio modificare la legge elettorale in vigore dal 2017 che prevede di eleggere il doppio di deputati e senatori, ma abbiamo tempo in questi casi? Se ci saranno elezioni generali anticipate, è probabile che la legge del 2017 entrerà in vigore.
Tuttavia, con una soglia di voto nazionale del 3% per liste isolate per eleggere funzionari, ciò consentirebbe a Matteo Renzi di tornare con alcuni deputati e senatori quasi certi di porsi a capo dell’opposizione a un possibile diritto di vittoria. Si parla di soglia del 5% nella possibilità di una nuova legge elettorale… Questo punto potrebbe spiegare anche l’attivismo di Matteo Renzi, che aveva fretta di evitare una simile possibilità.
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