Una delle principali regole della diplomazia è evitare di mettere in imbarazzo altri paesi nel bel mezzo di controversie internazionali. La lotta non deve riguardare questioni interne, soprattutto elettorali, che ciascuno ha nei suoi confini. Il governo del neonato Presidente del Consiglio d’Italia, Giorgia Meloni, però, non ha fatto i conti con questo elemento quando la scorsa settimana, senza alcuna comunicazione…
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Una delle principali regole della diplomazia è evitare di mettere in imbarazzo altri paesi nel bel mezzo di controversie internazionali. La lotta non deve riguardare questioni interne, soprattutto elettorali, che ciascuno ha nei suoi confini. Di questo elemento non ha tenuto conto però il governo della nascente premier, Giorgia Meloni, quando la scorsa settimana, senza alcuna comunicazione ufficiale dall’Eliseo, ha ringraziato l’esecutivo francese per aver presumibilmente ospitato uno dei barconi delle Ong con a bordo centinaia di migranti che l’Italia ha rifiutato di accettare. Roma, in questo modo, ha tolto la pressione per diversi giorni, mandandola dritta a Parigi e scatenando una bufera tra i due Paesi in cui è dovuto intervenire anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. La distanza creatasi, analoga a quella aperta con la Germania giorni prima per lo stesso motivo e che non è stata colmata nella riunione del G-20 a Bali, ha reso ancora più difficile il clima tra il governo italiano ei suoi principali partner europei.
Italia e Francia hanno ricucito i rapporti dopo un periodo difficile con il governo populista della Lega e il Movimento 5 Stelle. Ma alcuni capitoli rovinano l’armonia tra i due Paesi: due episodi molto dannosi. Prima c’è stato un viaggio di lusso di Luigi Di Maio, allora Executive Vice President, per incontrare un gruppo gilet giallo all’epoca organizzavano proteste di piazza contro Macron. Successivamente si sono acuite le tensioni con Matteo Salvini, anche vicepresidente e ministro dell’Interno, sui temi dell’immigrazione e della chiusura delle frontiere tra i due Paesi. Dopo un periodo di totale divisione, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha contribuito al riavvicinamento sotto il mandato di Mario Draghi come Presidente del Consiglio ed è stato firmato il cosiddetto Accordo del Quirinale. Un accordo di collaborazione speciale che ha posto fine ad anni di incomprensioni e sospetti. Questo deve essere l’inizio di una nuova era. Ma è durato solo un anno.
Il politologo Roberto D’Alimonte ritiene che Meloni abbia commesso un errore strategico diplomatico la scorsa settimana annunciando che la Francia avrebbe ospitato la nave della ONG. vichinghi oceanici. “Forse i francesi hanno reagito in modo eccessivo, ma il modo in cui l’hanno fatto non è stato giusto. La Meloni non tiene conto che Macron ha lo stesso dibattito con i suoi elettori sui temi dell’immigrazione. E poi ha un problema con lei: la Meloni assomiglia molto a Marine Le Pen, anche fisicamente. E lo infastidisce e lo ferisce internamente presentarsi davanti a lui come un leader debole”, ha spiegato. Per D’Alimonte, inoltre, l’Esecutivo italiano ha esagerato la sua posizione anti-immigrazione per compensare l’immobilità in altre aree. “Devono dare ai loro elettori l’impressione che faranno più di Draghi in questa particolare battaglia. In materia economica non potranno e non vorranno fare molto. Ecco perché vedo molta retorica politica e segni sull’immigrazione e sui problemi dei vaccini. Ma soprattutto, come l’economia, l’approccio è molto realistico e pragmatico”. Tanto che la prossima legge di bilancio mancherà praticamente alle promesse della coalizione di destra in campagna.
Meloni, che ha il 51% di sostegno interno sui temi dell’immigrazione, ha promesso di non menzionare le politiche internazionali di Draghi, ma ha cambiato lo schema dell’alleanza nel giro di un mese. L’entusiasmo del governatore della Bce per riconquistare l’allineamento con l’asse franco-tedesco (è stato immortalato in una foto in un vagone ferroviario diretto a Kiev lo scorso giugno con il cancelliere Olaf Scholz e Macron) ora contrasta con il silenzio diplomatico che regnava tra Roma e i due paesi dell’eurozona poteri principali. Inoltre, il riavvicinamento con la Spagna favorito dal governo di Giuseppe Conte è stato annacquato anche dall’arrivo della Meloni. La scorsa settimana, infatti, la Spagna ha evitato di firmare la dichiarazione dei Paesi del Mediterraneo promossa dall’Italia (hanno partecipato anche Grecia, Cipro e Malta) contro la politica migratoria dell’Ue. Tale assenza evidenzia ulteriormente la posizione sfocata in cui si trova attualmente Meloni in Europa. “Il pericolo in queste mosse”, hanno detto fonti diplomatiche, “è che il presidente trovi la giustificazione perfetta per corteggiare i paesi di Visegrad. [alianza política creada en 1991 e integrada por Polonia, Hungría, Eslovaquia y la República Checa]”. Un’altra fonte, invece, è meno pessimista: “Francia e Italia non possono vivere con le spalle l’una all’altra e prima o poi i rapporti si ristabiliranno”.
La questione, appunto, è se le tensioni con Parigi e la lontananza degli altri due partner siano dovute a una strategia conflittuale per accontentare certi elettori o se si tratti di un errore di calcolo dovuto all’inesperienza. L’eurodeputato Sandro Gozi (eletto in Francia dal gruppo Renew, a cui appartiene il partito di Macron), che è stato ministro per gli Affari europei nel governo di Matteo Renzi e conosce perfettamente la politica francese, ritiene che “si tratti di un’assoluta mancanza di professionalità ed esperienza”. . “La Francia ha perso fiducia nell’Italia. Non ha senso farlo così. Macron era a Roma, proprio il giorno dopo l’insediamento della Meloni, e ha fatto il possibile per vederla e costruire ponti di relazioni, lodando moltissimo il Paese”, ha detto. Per Gozi non c’è dubbio che “l’Italia si è isolata con le ultime mosse, e ancor di più visto quanto ha fatto la Spagna. [en referencia a la negativa a firmar la declaración con el resto de países mediterráneos]”.
Meloni, tuttavia, ha fatto ammenda per il suo presunto illecito con un’agenda ben costruita all’ultimo G-20 di Bali. Il Presidente del Consiglio italiano è visto in un incontro bilaterale con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden; con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan; e con il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping. Tre importanti incontri segnarono il progetto di alleanza dell’Italia e focalizzarono il suo commercio estero e le politiche di sicurezza. “È vero che l’incontro è stato un successo. Ma è anche vero che rientrano nella normale attività diplomatica di un Paese come l’Italia, membro a pieno titolo del G-7”, affermano le stesse fonti diplomatiche.
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