Un emarginato, un outsider, quasi un ‘alternato’ in contrasto con un’impresa privata italiana liquidata e comune. La sua figura ha caratterizzato ed è registrata in quello sviluppo di una libera impresa di “uomini nuovi” che hanno obiettivi unici e traguardi non visti da altri per insuccesso o per comodità.
Leonardo Del Vecchio ha concluso la sua vita umana. Il titolare di un’industria, fatta eccezione per il nostro paese dalla minuscola libera impresa spazzata via, il creatore e trend-setter di hardware per la visione, gli occhiali che le facoltà possono trasformare in una risorsa fondamentale per la maggioranza, ne fa un industriale anormale nella soffocata scena italiana di una libera impresa abbastanza sfortunata così sedata dalla cassa dello Stato. Preso nel corso del tempo da disperati e famiglie, tutto uguale, assicurato o minimizzato da legami vaghi, illeciti, criminali o semplicemente contrastanti, (ad esempio, l’oltraggio di Alitalia e gli pseudo ‘valori comandanti’ del nonno sfrenato arcorensis a fare il macchiettista con miliardi sottratti a noi tutti italiani) con una strategia pusillanime e sprovvista di verifiche di alto governo. La stessa Fiat riservata ha ottenuto infinite inclinazioni da uno stato liberale con denaro pubblico attraverso l’IRI che in precedenza dirigeva la legge in un cantiere italiano limitato, insieme a Pirelli, Merloni, Lucchini, altri evidenti imprenditori con denaro pubblico.
A tal fine Del Vecchio era un emarginato, un outsider, quasi un ‘non uguale a’ una libera impresa italiana ignorata e banale. La verità è che la sua figura ha incarnato e firmato per quello sviluppo di un’impresa privata di “uomini nuovi” che hanno obiettivi unici e traguardi non visti da altri per fallimento o per comodità. Sono individui che sostengono che dovrebbero fare cose nuove per la doppia motivazione alla base dell’estensione della propria attività e per far crescere le dimensioni della propria attività. Cifre molto tratteggiate dall’incomparabile esperto finanziario austriaco Joseph Schumpeter tra i ‘pionieri’ di un capo, gli occhiali come nuovo ‘abito’ da indossare per tutti. Modernizzano le procedure di movimentazione, la raccolta di capitali con cui contribuire, le strategie espositive, utilizzano nuove sostanze grezze o più tutte, per la loro situazione, verso nuovi settori di business per i risultati della loro organizzazione. Nato a 25 anni con una piccola bottega di intelaiatura ad Agordo, nel bellunese, solo distante dalle residenze reali romane e dalle sue tirature occasionalmente mefitiche, poi, a quel punto, si è esteso in tutto il pianeta trasformandosi nel più grande industriale italiano con il nel mondo EssilorLuxottica con 150.000 rappresentanti con un fatturato come lo scorso anno di ca. 18 miliardi di euro e un beneficio netto di 23 miliardi, ca. 12% in più mentre un colosso come Eni aveva ricavi inferiori dell’8%. E vale anche la pena soffermarsi su Max Weber nell’elogiato ‘La morale protestante e l’anima della libera impresa’, una delle principali opere logiche dei 20.100 anni, che scrive che “La spinta avida e l’obiettivo di acquisire, per quanto ampio ci si possa aspettare, non ha nulla a che fare di per sé con l’impresa privata… La più sfrenata avarizia per ottenere non è riconosciuta in alcun modo con la libera impresa, molto meno con la sua ‘pirite’… Certamente l’impresa privata è legata al desiderio di acquisire nella sana e costante impresa imprenditoriale, e ad un guadagno sempre ristabilito, cioè alla produttività». Di fatto, quella variante oggi dell'”impresa privata speculativa, di finanzieri e caricatori di medio evo, non è ancora imprenditrice nel sentimento di punta del termine poiché non crea un’altra ordinata e sana direzione verso l’azione monetaria (Bagnasco, Barbagli, Cavalli, eminenti sociologi italiani). Di inequivocabile lucidità. Quindi Del Vecchio senza lati di conforto esprimendo “Non chiedo favori a questioni di governo” (immagina un Berlusca compagno di legislatori che parla così, il più fasullo dei visionari imprenditoriali di questa nazione regressiva) quando ostacola i suoi parenti che avevano bisogno di portare Re Giorgio (Napolitano) come di oggi presidente a visitare la sua linea di produzione. Ciò che aggiunge a renderlo una persona immensa che offre silenziosamente nuovi prodotti per settori di attività che sono diventati in tutto il mondo. Ancora più motivazione alla base del perché Del Vecchio sia stato a malapena pensato, nemmeno nei circuiti monetari che sembravano contare, costantemente pronto tra questioni politiche e questo è solo l’inizio o questioni di governo degli affari meno chiare.
La sua vita da giovane è un racconto di miseria, lasciata dalla sua povera madre in lutto in una scuola convivente per vagabondi a 6 anni, la Martinitt, rinomata nella vecchia Torino. Da un piccolo negozio capisci che gli occhiali alla moda possono essere visti come un discreto scopo e utilizzo a cui tutti possono accedere. Una cifra anormale per l’Italia di un business visionario che potrebbe forse essere all’altezza di un Adriano Olivett E una figura così anormale per la nostra sfortunata anima di imprenditore da operetta, era consapevole di chiara superbia di outsider in una nazione come la nostra attraversata da mascalzoni, bancarotti, faccendieri (un termine che ha costantemente affascinato me, difensore delle imprese, a non diciamo teppisti monetari), piduisti, prestatori, fino ai piduisti politici, permesso 1836 P2 di Licio Gelli, del recentemente incriminato per Arcore per sentenza conclusiva che in questi giorni ripulisce ancora un ‘riscendere in campo’ con il suo partito corporativo tornato al 20%. Già socio mafioso fino al 1974 come da verbali. Nel momento in cui lo ricorda, i suoi operai dicono che uno è terribile (!), Capzioso, di parte. Destiny vobis, per uno in precedenza dell’Utri, già condannato per violazioni dei rapporti con la mafia (per il suo capo). Vale a dire che l’arretratezza limita il pubblico italiano e chi ha bisogno, tra ‘Gesù e Barabba’. A dire il vero, essendo socialmente al contrario, una figura, ad esempio, il produttore di prodotti non può avanzare. In una specie di esame tra un uomo d’affari imprenditore come Del Vecchio e l’elogio comparativo di un uomo d’affari fasullo come Berlusconi, cosa ti serve che scelgano gli individui toro? Uno si è concentrato sull’affrontare le sfide creando nuovi prodotti, l’altro affermando di essere uno straordinario uomo d’affari ma che ha davvero iniziato la sua lunga, lunghissima e magica epopea come proprietario di una struttura, o almeno, uno che non consegna nulla, vende blocchi , costruendo, dicono con strategie non soddisfacenti, Milano 1 e Milano 2. Con capitali coperti di nascosto. Poi, pensiero stupefacente, si precipitò interamente nell’allora crudo mercato delle frequenze televisive sconfessate di regolamenti e regole, che poi si trasformò nel regno aperto che, avendo perso il “guardiano” politico Craxi tra i capi di Tangentopoli nel 1994. Immaginare un singolo partito per stare lontano da difficoltà magari legali e monetarie utilizzando i suoi rappresentanti dell’allora Fininvest con i quali ‘scese in campo’ per ‘salvare’ l’Italia dai comunisti (e ancora, in fondo, comunque inesistente si rendersi conto che gli italiani disgustosi hanno bisogno di avere fiducia nelle fantasie!) ma soprattutto per salvare se stesso e le sue organizzazioni. Con una colossale mano di aiuto gli diede per oscure mosse politiche da una sinistra attualmente allora in periodo di disinvestimento. In questo modo Del Vechio deve essere sottovalutato da tali questioni legislative e imprenditoriali, scartando ogni vaga somiglianza. Mentre Silvio rimane il falso profeta di una libera impresa mai esistita, alla luce del fatto che rimane, ad esempio, non ricorda altre imprese d’azzardo che non sono mai state portate a termine. Infatti, quando ha tentato di acquistare la tv francese ‘Cinque’ si è sentito frustrato e rimandato in Italia. Eppure, soprattutto, il signor Luxottica è andato ad acquistare, anche negli Stati Uniti, sede di impresa privata, il famoso Persol o più tutti i sorprendenti boicottaggi Ray. Comunque sia, facendo molto di più, per il bene di una libera impresa equilibrata. Andò ad essere iscritta in borsa, non quella piccola italiana a capitalizzazione discreta, non quella del NYSE, l’incredibile New York Stock Exchange del 1990. Per poi, a quel punto, aprirsi al mondo, eppure a distanza di appena dieci anni dal fatto, nell’italiano soffocato e ausiliario.Richiesta? Dove è mai stato registrato il ricco di Arcore? Questo è lo spartiacque spaventoso tra le due figure. Per aggiungere stile. Uno pacifico e separato, l’altro oscenamente esibizionista con villone e Olgettine, i popolari ‘squisiti pasti’ con frattaglie dell’umanità i più disparati. Con falsi “nipoti” egiziani votati da moltitudini di parlamentari obbligati, un’indecenza e diversi “igienisti dentali”, a cui dare totali cosmici dopo la quiete in modo che non raccontino le azioni autentiche di un comparativo imprenditore fasullo, davvero un animatore con il manganello come quando mondava esperti della massima altezza morale come Enzo Biagi, altra notorietà.
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