Uccidere Putin per fermare la guerra? L’ambasciata russa a Roma fa causa a La Stampa

Per incitare al delitto è stata presentata una denuncia. Tuttavia, l’editoriale concludeva che l’assassinio del presidente russo rischierebbe di “provocare ancora più caos”.

«E se uccidere Putin fosse l’unica via d’uscita?dalla guerra in Ucraina? L’ambasciatore russo in Italia ha sporto denuncia venerdì 25 marzo contro il quotidiano Stampa dopo la pubblicazione di un editoriale che esamina l’ipotesi dell’abolizione del presidente russo.

In un articolo pubblicato il 22 febbraio, il giornalista e cronista di guerra Domenico Quirico scriveva: “Escluso l’intervento militare, inefficaci le soluzioni diplomatiche, resta solo da teorizzare l’assassinio dello Zar per mano di un parente». «Il piano numero uno di Biden, della NATO e dell’Europa è questo: che qualcuno a Mosca uccida Putin, ci liberi dal peso“, ha assicurato. Ma questo giornalista di guerra è stato rapito due volte, in Libia nel 2011 e poi in Siria nel 2013, concludendo quanto segue: “Siamo sicuri che l’abolizione della violenza contro i tiranni non porterà a un caos peggiore? Non possiamo che essere pessimisti».

«Accuse infondate»

L’ambasciatore russo in Italia, Sergei Razov, ha presentato una denuncia all’inizio di venerdì presso la procura di Roma per incitare al crimine. Dopo aver lasciato il tribunale, i diplomatici hanno denunciato un articolo “che viola l’etica, la morale e le regole giornalisticheChiesto da AFP, direttore Stampa sfidato”accuse infondate». «Domenico illustra questa teoria per smantellarla (…). Al di là della questione morale, ha scritto che la cura sarebbe stata peggiore della malattia perché rischierebbe di esacerbare il profondo spirito vendicativo della Russia.Massimo Giannini sostiene.

Ha anche detto di aver rifiutatolezioni da coloro che elaborano le informazioni come sono conosciute nel proprio paese. Non l’ambasciatore russo può insegnarci il giornalismo». La Stampa ha ricevuto il sostegno di diversi partiti politici e il viceministro degli Esteri italiano Benedetto Della Vedova ha difeso “Giornalisti italiani libertà di scrivere e svolgere la propria professione». «Questa è una differenza sostanziale tra l’Italia, l’Europa, la democrazia liberale e la Russia di Putin, dove i cittadini vengono arrestati semplicemente perché chiamano guerra guerra.“, ha detto sul suo account Twitter.


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Daniel Jensen

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