Un articolo pubblicato dal Corriere della Sera, ha evidenziato i criteri difesi ieri dalla Meloni in un intervento davanti al Parlamento in cui ha indicato che il primo scopo di questa iniziativa, denominata Premierato, “è garantire il diritto di voto dei cittadini al governo”. .”
In questo modo, ha detto, si finirebbero “stagioni di governo tecnico, stagioni di declino, stagioni di maggioranze che non hanno nulla a che fare con il voto del popolo”.
Tuttavia, i leader dell’opposizione hanno smentito l’argomentazione, compreso il presidente del Partito Democratico (PD), Elly Schlein, che ha insistito sul fatto che il capo del governo “sta cercando di smantellare le istituzioni italiane”.
Schlein ha affermato che la riforma costituzionale costituirebbe in realtà un attacco alla figura del Presidente della Repubblica che non potrebbe esercitare le sue funzioni, senza la possibilità di partecipare direttamente alla nomina o allo scioglimento dell’assemblea, per cui diventerebbe un ” notaio”. “.
Allo stesso modo, il testo propone di eliminare la nomina dei senatori a vita, ma di mantenere solo i senatori attuali, così come gli ex presidenti repubblicani.
Il primo ministro ha proposto come secondo obiettivo principale, da raggiungere attraverso l’elezione diretta, che chi governa lo farà con un orizzonte legislativo più ampio, con tempo per promuovere il suo programma, per costruire una strategia che rafforzerà la credibilità del suo governo. gestione. davanti ai cittadini e a livello internazionale.
Il discorso del Presidente al convegno su “La Costituzione di tutti: dialogo sulla posizione del Primo Ministro”, tenutosi mercoledì scorso alla Camera dei Deputati, è coinciso con la presentazione in Parlamento delle proposte di riforma della Magna Carta, per la vostra discussione e approvazione.
Con l’obiettivo di impedire l’avanzamento di questa iniziativa, i partiti di opposizione hanno proposto più di tremila emendamenti all’iniziativa, nonché un’ampia mobilitazione popolare per respingere questo progetto, compresi gli inviti a massicce manifestazioni nazionali sulla questione. il prossimo 2 giugno.
Trattandosi di una riforma costituzionale, la sua approvazione richiedeva il voto favorevole di due terzi del parlamento e, se questo margine non fosse stato disponibile, era previsto un referendum popolare per ratificarla.
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