Attrezzature decenti rispetto alla vecchia tecnologia
Ciò che era per lo più nascosto alla vista non era più così allegro. Quasi senza eccezioni, l’Oasa si basa sulle basi tecniche della serie 700 regolare Karosa con le sue origini già nel settimo decennio. Dietro c’è il collaudato sei cilindri turbo Liaz M 640, che nella sua evoluzione più potente produce un rispettabile 224 kW, che insieme all’otto cilindri Praga formano una combinazione relativamente utilizzabile. Lo svantaggio della combinazione di azionamenti è la tendenza del motore a surriscaldarsi.
Anche il telaio completo proviene dal Karosa, che, grazie alle ruote piccole, “garantisce” le caratteristiche di guida leggermente traballanti per l’autobus leggermente più alto. Il problema più grande sono i freni. L’Oasa è ben tre tonnellate (e in pratica anche una in più) più pesante del normale Karosa LC 736 e questo inevitabilmente significa una ridotta efficienza dell’intero sistema, che può finire per essere piuttosto pericoloso per i viaggi popolari verso le Alpi. Inoltre, l’Oase mancava notevolmente di un rallentatore, che a quel tempo non era ancora stato installato sul Karos, avendo solo i classici freni della macchina.
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