Sulla carta, la Spagna è un paese autonomo in cui il popolo ha ampi poteri e dove esiste una diversità di lingue e culture riconosciute dalla Costituzione. Alle elezioni europee, la legge chiude un occhio su questa realtà. I parlamentari sono eletti in un voto di circoscrizione, vale a dire il voto di Statoinvece di una diversa circoscrizione. Questo modello punisce i partiti territoriali il cui ambito di azione è regionale, e costretto a formare una coalizione tra di loro per assicurarsi il loro seggio al Parlamento europeo. In questo contesto, nell’ambito del Riforma della Legge Organica del Regime Elettorale che si sta discutendo a Madrid per regolare lo svolgimento del voto da parte dei residenti all’estero, PNV ha presentato nove emendamentitra loro spiccano quelli che posano che ogni comunità autonoma diventi un vincolo elettorale.
Gruppo dirigente Aitor Esteban al Congresso dei Deputati, ha ripristinato questa affermazione nell’ambito di questa procedura, secondo gli emendamenti forniti a questo giornale dal gruppo jeltzale. Propone che ogni comunità sia una costituente e che le città di Ceuta e Melilla insieme costituiscano una. Lo ha giustificato perché questa dimensione lo consente “adattarsi più adeguatamente alla complessa forma degli Stati autonomi”.
Credeva che avrebbe contribuito “a condizioni Legge elettorale dell’UE che incoraggia ciascuno Stato membro a formare il tipo più appropriato di collegio elettorale per le sue caratteristiche, tenendo presente che l’obiettivo essenziale del Parlamento europeo è quello dirappresentare la comunità europea in tutta la sua diversità scelte ideologiche, culturali, nazionali e regionali, favorendo un rapporto tra elettorato ed eletto”.
PNV ritiene inoltre che non ci siano barriere all’azione in questo senso, perché La Corte Costituzionale concede la libertà affinché “i legislatori statali prevedano in futuro l’organizzazione territoriale degli organi elettorali”. Propone che ogni vincolo corrisponda ad almeno un deputato e il resto sia distribuito in proporzione alla popolazione.
COALIZIONE IN EUROPA
Il PNV propone di porre fine alla pena per i partiti territoriali e di adeguarsi meglio al modello regionale, seppur privatamente negli ultimi anni non ha potuto perdere la sua rappresentanza istituzionale in Europa nonostante le difficoltà o le separazioni amichevoli con l’ex Convergència.
Nelle elezioni del 2019 ha formato la Coalition for a Europe of Solidarity, CEUS, con la Canary Coalition, Compromiso por Galicia, Geroa Bai, Proposta per les Illes e Demòcrates Valencians, senza PDeCAT. Ma quello Izaskun Bilbao che ha guidato il gruppo al primo posto nel riconoscimento del potere elettorale del PNV e che, sommando ai dieci anni di esperienza dell’eurodeputato, ha permesso di garantirne la rappresentanza. Si ripetono gli stessi risultati raggiunti da Imaz nel 1994 con una coalizione simile, senza la corsa ai voti che impone il nazionalismo catalano.
Le elezioni europee sono viste con maggiore distanza e malcontento tra i cittadini e sono favorevoli astensione crescere, o per far fuoriuscire il suono il partito di maggioranza di Stato, PSOE o PP, che gioca con l’asso nella manica dei voti benefici sfruttare il fatto che i collegi elettorali sono unici. Questo sistema penalizza le parti con l’attuazione solo nell’ambito della loro autonomia e pone barriere a programmi che mantengono soluzioni specifiche per ciascuna regione. Le prossime elezioni si terranno nel 2024 e in altri paesi come il Regno Unito o l’Italia hanno lavorato con collegi più piccoli.
CONFORME ALLA COSTITUZIONE SPAGNOLA
Aumenta invece l’emendamento PNV elimina la necessità di conformarsi alla Costituzione spagnola per acquisire pienamente lo status di membro del Parlamento europeo, ricordando la sentenza della Corte del 2019 a favore di Oriol Junqueras, rappresentante del CER. Poi si discute se debba conformarsi personalmente davanti alla commissione elettorale, o se basti attraverso una comunicazione notarile.
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