“Bisogna leggere Rousseau per capire che non c’è libertà senza rispetto dell’uguaglianza tra gli uomini”, Ce lo racconta Paolo Audi. Lo scrittore e filosofo Jean-Jacques Rousseau, grande pensatore della democrazia durante l’Illuminismo, fu, grazie al “Contratto sociale”, una delle ispirazioni della Rivoluzione francese. Nel nostro mondo sempre più diseguale, questo testo principale di filosofia politica, pubblicato nel 1762, rimane di grande attualità.
Bambino. Cosa dice questo libro?
Paolo Audi. Rousseau vi spiega a quali condizioni possiamo rimanere liberi, individualmente e collettivamente, anche se fin dall’inizio siamo soggetti a un limite di libertà molto grande, invalicabile e potenzialmente distruttivo: un limite da obbligare, senza che ci conosciamo. convivere tra loro, essere soggetti a interazioni permanenti e spesso violente a tutti i livelli.
La mia libertà assoluta deve finire dove inizia la libertà degli altri? A questa domanda tradizionale, che è morale, Rousseau risponde di no, ma la risposta non è tanto morale quanto politica. In un contesto politico, dove prevale la cittadinanza, la libertà assume un significato che la colloca su un piano diverso dalla volontà di ciascuno di noi. Questo livello è dove la “persona” si afferma. Questo è un altro grande tema di questo libro: dopo la libertà, il popolo. A cosa si riferisce?
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