Lo scandalo in Italia per una rete guidata da un ex poliziotto che spiava la Meloni e altri politici

Primo ministro, Giorgia Melonipresidente del Senato, ex capo del governo Matteo Renziex sindaco di Milano e deputato al Parlamento Europeo Letizia Moratti. Sempre più nomi si aggiungono all’elenco dei personaggi italiani rimasti vittime di a rete di spionaggio su Internet che avrebbe il sostegno di alti funzionari pubblici, della mafia e persino dei servizi segreti di paesi stranieri.

Questa “organizzazione” si dedica principalmente al furto di dati sensibili di politici e istituzioni e ha suscitato grande preoccupazione Italia a causa delle sue dimensioni e dei possibili legami con l’estero. Alcuni partiti hanno chiesto il rafforzamento della struttura informatica nazionale e l’inasprimento delle leggi contro la pirateria.

I ricercatori hanno avvertito nel loro documento, pubblicato in parte dai media questo lunedì, che il complotto è “pericoloso” per la democrazia perché, con i dati rubati, “potrebbe mettere nella sua morsa i cittadini e le istituzioni”.

questo sabato Procura di Milano (Nord) ha annunciato la scoperta di una “organizzazione” che avrebbe rubato e venduto informazioni riservate da banche dati statali “strategiche” su cittadini, politici, giornalisti o celebrità.

Al centro del caso sono stati arrestati anche l’agenzia privata ‘Equalize’ e i suoi due titolari, il presidente della Fiera di Milano, Enrico Pazzali, e Carmine Gallo, un poliziotto in pensione agli arresti domiciliari, nonché l’hacker Samuele Calamucci. anche se gli indagati erano sessanta.

Gli imputati risponderanno dei reati di associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione e divulgazione di segreti.

Procura di Milano Marcello Viola Ha spiegato che queste organizzazioni creano rapporti basati su dati rubati, a cui accedono attraverso la collaborazione di funzionari accreditati, e “in alcuni casi” tali rapporti finiscono nei media.

I “clienti” erano studi legali e “importanti aziende italiane e straniere”, ha detto.

Gli inquirenti temevano che i dati rubati potessero finire nelle mani di servizi segreti stranieri o della mafia e, infatti, al fianco di Viola si è presentato il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, che ha denunciato il carattere “molto preoccupante” del caso.

Dalle intercettazioni trapelate si è scoperto che il gruppo aveva 800.000 segnalazioni rubate dalla banca dati del Ministero dell’Interno (SDI) da un gruppo di hacker presumibilmente guidati da Calamucci.

Allo stesso modo, gli investigatori dei Carabineros (polizia militare) hanno affermato in rapporti diffusi dai media che le società di questo gruppo di hacker hanno ottenuto 3,1 milioni di euro, la maggior parte per la società “Equalize”.

Negli ultimi mesi a Italia Sono venuti alla luce diversi casi simili, l’ultimo dei quali è quello di un tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, accusato di aver ottenuto molti dati “sensibili” tra il 2019 e il 2020 da celebrità e politici.

E anche il premier Meloni è stato colpito dal delitto dopo essere stato presumibilmente spiato da un dipendente della banca Intesa Sanpaolo.

Ma il caso attuale ha suscitato grande shock nella classe politica italiana per le sue dimensioni e il Ministro della Difesa, Guido Crosettosottolineando il sospetto che quanto emerso finora sia “solo la punta dell’iceberg”.

Pertanto, i politici stanno già valutando la possibilità di inasprire le leggi contro questi crimini. La Lega, partner della coalizione di governo Meloni, ha annunciato che proporrà al Parlamento un disegno di legge per “punire più severamente chi viola la privacy per commettere ricatti”.

Ministro degli Interni, Matteo Piantedosiresponsabile della sicurezza nazionale, ha ordinato di indagare su questo “buco” nel suo database e di “determinare possibili misure e processi per proteggere la sua struttura informatica”.

Daniel Jensen

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