È morto all’età di 59 anni Salvatore “Totò” Schillaci, capocannoniere dei Mondiali del 1990. L’ex attaccante della Nazionale era stato curato negli ultimi anni per un cancro al colon ed era ricoverato in ospedale nella sua città natale, Palermo, dal 7 settembre, dove mercoledì è stata annunciata la sua morte.
Schillaci, ex attaccante di Juventus e Inter, lotta contro un cancro dal 2022 ed è stato sottoposto a due operazioni. “Ci lascia un’icona del calcio, un uomo che ha conquistato il cuore del popolo italiano e degli appassionati di sport di tutto il mondo”, ha scritto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul social X.
Il presidente della Federcalcio italiana Gabriele Gravina ha dichiarato che prima di tutte le partite di calcio del Paese per il resto della settimana si terrà un momento di silenzio per onorare la memoria di Schillaci. “Il suo finale sfrenato, in cui il suo volto divenne simbolo di gioia collettiva, farà per sempre parte della storia del calcio italiano. Questo è un grande giocatore e il suo gioco è pieno di passione. “Tutti apprezzano il suo spirito impavido, che lo rende immortale”, ha detto Gravina.
Schillaci ha segnato sette gol in 16 presenze con la Nazionale, sei dei quali in casa ai Mondiali del 1990, aiutando l’Italia a conquistare la medaglia di bronzo. Ha superato Tomáš Skuhravý di un gol nella lista dei migliori marcatori ed è stato nominato giocatore del torneo per la sua prestazione. Nel sondaggio del Pallone d’Oro è arrivato secondo dietro a Lothar Matthäus, che ha vinto il titolo mondiale con la nazionale tedesca.
Nel 1990 Schillaci vinse anche la Coppa Italia e la Coppa UEFA con la Juventus, predecessore dell’attuale Europa League. Ha trionfato anche nella seconda competizione europea più importante nel 1994 con l’Inter. Al termine della sua carriera, conclusasi nel 1999, divenne il primo calciatore italiano nel campionato giapponese e aiutò Júbilo Iwata a vincere il titolo.
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