Roma, 15 set (EFE).- L’estrema destra al governo italiana ha appoggiato il leader e vicepresidente dell’estrema destra Matteo Salvini dopo che la Procura ha chiesto 6 anni di carcere per il blocco della nave umanitaria Open Arms nel 2019, mentre l’Associazione Nazionale dei giudici (ANM) denuncia “pressioni” da parte della politica.
“Insinuazioni di ricorso alla giustizia politica e reazioni sproporzionate sono state rivolte contro rappresentanti della Procura, nonché da esponenti politici e del Governo”, ha condannato l’ANM in un comunicato ai media.
E aggiungeva: “Si è trattato di una dichiarazione grave, incompatibile con la funzione svolta, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, indifferente alle norme che regolano il processo, che ha minato la fiducia nelle istituzioni democratiche e ha costituito una forma di indebita pressione. al giudice che l’ha giudicato.”
L’associazione, che a livello nazionale riunisce il 96% dei giudici del Paese, ha assicurato che la Corte giudicherà “in maniera indipendente” e “guidata da uno scrupoloso rispetto” della legge.
“La piena uguaglianza di tutte le persone davanti alla legge è la vera essenza della democrazia, al di là delle posizioni o degli interessi politici, e il processo avvenuto a Palermo è di per sé un momento democratico fondamentale”, ha difeso l’ANM.
Salvini è stato processato presso il Tribunale di Palermo (sud) per aver bloccato lo sbarco di immigrati dalla nave della ONG spagnola Open Arms nell’agosto 2019, quando era ministro degli Interni, nel quadro della sua rigida politica di chiusura dei porti. immigrazione irregolare.
Ieri, sabato, la Procura ha chiesto una condanna a sei anni di carcere, cosa che ha scosso la politica del Paese, soprattutto quella di destra, perché la Lega di Matteo Salvini è uno dei tre partiti della coalizione di governo del premier Giorgia Meloni.
Ha espresso sui social network la sua “totale solidarietà” al suo vicepresidente e ha definito “straordinario” che un ministro “abbia rischiato di finire sei anni in prigione per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini dello Stato”, secondo il mandato. richiesta ricevuta dai cittadini, ha sottolineato.
Secondo lui “trasformare in reato il compito di proteggere le frontiere italiane dall’immigrazione clandestina è un gravissimo precedente”.
Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa è intervenuto domenica, accusando i pubblici ministeri di voler “interpretare” le regole in una dichiarazione rilasciata durante un evento per il suo partito, i Fratelli Meloni di destra italiani.
«Credo molto nella giustizia, ma penso che spesso il Ministero della Pubblica Amministrazione, in processi come questo, avanza una tesi secondo la quale si vuole affidare alla Procura il compito di interpretare le norme. La giustizia, sostengono, deve interpretare e correggere tali norme. governano, ma non è il loro lavoro, anche quando sbagliano”, ha criticato La Russa, il secondo in comando dello Stato dopo il presidente repubblicano.
Solidarietà ha espresso anche l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Salvini, in un comunicato in cui ha definito la richiesta della Procura una “macroscopica distorsione e ingiustizia per il Paese”.
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