L’economia italiana non si riprenderà dal “vortice” causato dalla pandemia di coronavirus fino alla fine del 2022, previsione che dipenderà dalle campagne di vaccinazione nel Paese e in Europa, ha affermato oggi l’associazione dei datori di lavoro Confindustria.
Il suo centro studi prevede una “graduale ripresa” del prodotto interno lordo (PIL) italiano a partire dalla seconda metà dell’anno, prevedendo un aumento del 4,1 nel 2021 e del 4,2% l’anno successivo.
Ma gli economisti di Confindustria non parlano di “crescita” ma prevedono che questi dati “dovrebbero riempire il vortice aperto nel 2020 dalla pandemia di coronavirus”.
Questa stima, hanno sottolineato, è stata “condizionata” per l’evoluzione della vaccinazione di massa in Italia e in Europa, vista la possibilità che il virus “sarà contenuto efficacemente nei prossimi mesi”.
Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, presente oggi alla presentazione del rapporto, ha ritenuto questi dati “coerenti” con quelli trattati da Bruxelles e che saranno presentati a maggio.
D’altra parte, il “contributo importante” a questa ripresa è stato l’arrivo dei fondi europei corrispondenti al Paese, 209.000 milioni di euro di contributi e prestiti.
Infatti, senza l’aiuto dei fondi Next Generation dell’Unione Europea, la ripresa del PIL italiano sarebbe inferiore dello 0,7% nel 2021 e dello 0,6% nel 2022, secondo il rapporto.
Per quanto riguarda l’economia globale, la ripresa sarà “asimmetrica” ei guadagni saranno trainati da Stati Uniti e Cina. In Europa il crollo economico dell’Italia è stato “più forte e la ripresa più lenta del previsto”.
Ciò che amplia la differenza con i poteri sopra citati e con i più grandi paesi europei, come Germania, Finlandia o Paesi Bassi.
La ragione fondamentale delle “debolezze” dell’Italia è che uno dei settori più colpiti dalla crisi sanitaria è il turismo, che vale il 13% del Pil del Paese ed è stato ostacolato da limitazioni ai viaggi e alla mobilità.
Il miglioramento della situazione mondiale e l’aumento della domanda aiuteranno l’Italia ad aumentare le proprie esportazioni, che lo scorso anno sono crollate del 13,8% con lo scoppio della crisi.
Nel 2021 l’Italia esporterà l’11,4% in più e l’anno prossimo il 6,8% in più, secondo le previsioni di Confindustria.
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