Domani, alle 15, inizierà la prima sessione del Parlamento italiano, durante la quale dovrà essere eletto il nuovo Presidente della Repubblica.
L’interesse per l’elezione del capo dello Stato questa volta è rafforzato da una situazione molto complessa, per cui si spera che il processo di armonizzazione non sia facile, con la possibilità di scegliere nuovi inquilini per il capo dello Stato. Il Palazzo del Quirinale sarà un outsider.
Secondo la costituzione italiana, il capo dello Stato è eletto da un “grande elettorato” (nome del tutto nuovo mutuato dal vocabolario politico americano) che sono in realtà membri del Parlamento: 630 parlamentari con 321 senatori, a cui si uniscono 58 rappresentanti dei territori italiani con un totale di 1.009 elettori.
La votazione viene ripetuta finché uno dei candidati non ottiene la maggioranza specificata (due terzi). Nelle prime tre votazioni, cioè 673 voti, e se nessun candidato supera questi tre turni, nelle votazioni successive la soglia si riduce ai 505 voti richiesti per una valida elezione.
Ciò che rende così teso questo incontro elettorale non è lo scontro di forze politiche, ma una serie di circostanze molto importanti che potrebbero incidere in modo significativo sulla posizione della nave di stato italiana, il cui viaggio è dipeso a lungo più dalle turbolente correnti della politica mondiale che dalle equipaggio. quelli che lo gestiscono meno successo.
In tali circostanze, sarebbe opportuno che l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Matarella, ribadisse il suo mandato estendendo così il cessate il fuoco sulla scena politica, che, con l’aiuto della sua autorità riconosciuta a livello internazionale, è amministrata dall’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi. costruire.
In quanto uomo che ha gestito per otto anni la Banca Centrale Europea, e in quella posizione ha salvato l’Italia dal cadere nel baratro dell’illiquidità, è stato visto come l’unico in grado di fornire supporto tecnico al suo governo, il che ha dato alla maggior parte degli italiani l’impressione che la luce in fondo al tunnel è ancora lì.
Il fermo rifiuto di Matarella per un secondo mandato ha davvero sorpreso tutti perché ha aperto molte domande. Dopo molte deliberazioni, Mario Draghi si candidò per questa posizione, credendo che in questo modo non solo avrebbe coronato la sua carriera politica, ma avrebbe anche assicurato una posizione che gli portò molto onore, e pochissimi grattacapi e difficoltà a mettere ordine. per un rapporto politico (leggi – partito) in Italia che sembra sempre più una locanda per ubriachi dove qualcuno spegne la luce.
Crede che la maggioranza parlamentare, per quanto traballante sia stata, che gli è valsa la carica di primo ministro, voterà per lui durante le elezioni presidenziali.
Tuttavia, questo calcolo non è né semplice né facile da prevedere.
In primo luogo, dalle profondità della pace della pensione emerge un giovane immortale, l’indimenticabile Silvio Berlusconi, il cui sogno di diventare presidente della repubblica rimane un sogno irrealizzato anche ora che cammina con passo leggero all’età di ottantacinque anni.
L’annuncio della sua farsa provocò uno scandalo pubblico (del resto) da parte della maggioranza dei locali, perché, in questo caso, l’Italia avrebbe non solo comici e burloni che si sarebbero rivelati il suo capo, ma anche un uomo che è stato il suo bersaglio durante la sua turbolenta carriera imprenditoriale e politica, e ancor più la vita personale, per un totale di 36 cause, molte delle quali concluse con prescrizione o proscioglimento per insufficienza di prove, con un’ultima condannata a quattro anni di reclusione per evasione fiscale.
Sono ancora in corso diversi processi che coinvolgono favoritismi (adolescenti!) Prostituzione, corruzione di testimoni, abuso d’ufficio e reati simili.
Un elemento biografico speciale è una collaborazione ovvia, ma non legalmente provata, con la mafia. Secondo la legge italiana, con un curriculum come questo, non è nemmeno possibile ottenere un posto di server in una scuola elementare.
Perché, nonostante gli sforzi speciali dei suoi amici e seguaci, non poteva garantire la maggioranza richiesta, perdendo 52 voti, Berlusconi si ritirò dalla corsa elettorale.
Ciò non significa che Mario Dragi sia rimasto senza concorrenza. D’altro canto. La sua candidatura è stata inciampata da alcuni sconosciuti.
Primo, perché secondo la costituzione italiana il Presidente del Paese “governa, non governa”, le sue restrizioni costituzionali non si limiteranno a ridurre lo spazio per l’azione politica, e quindi la sua intenzione è quella di fornire quante più sane condizioni possibili per spendere circa 200 miliardi di euro. Gli aiuti europei saranno ridotti a una dichiarazione di protocollo in conferenza stampa.
Inoltre, la sua partenza dalla carica di Presidente del Consiglio aprirebbe un divario di personale, che, visti gli equilibri di potere in parlamento, sarebbe al quadrato.
E se a causa di una crisi di governo irrisolta il parlamento viene sciolto e si tengono elezioni anticipate, molti deputati e senatori rischieranno non solo la fortuna ma anche il regno che li seguirà per il resto della loro vita, ma solo se il mandato sarà terminato.
Pertanto, sarebbe meglio per molti parlamentari e senatori che Mario Draghi rimanesse nella sua posizione attuale.
Elencare i nomi di altri candidati è di secondaria importanza per il nostro pubblico locale e la valutazione delle loro probabilità è molto relativa. A giudicare dalle voci che si sono udite ieri, non era esclusa la possibilità che il tredicesimo Presidente della Repubblica italiana, per la prima volta nella storia di questo Paese, diventasse donna.
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