I fondi vengono utilizzati per programmi e pubblicazioni

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Addio 18App, bonus 18 anni per abbonamento a cinema, teatro, spettacoli dal vivo, libri, giornali e riviste, musei, concerti e mostre. Gli emendamenti di maggioranza (FdI, Lega e FI) alla legge finanziaria abrogano questa misura e riallocano le risorse a sostegno dello spettacolo e della cultura – fino a 230 milioni di euro l’anno dal 2022 L’abolizione dei bonus culturali è uno degli oltre 3.000 emendamenti proposti dalla maggioranza e l’opposizione, ma solo 400-500 saranno eletti la prossima settimana.

Cosa sono i bonus culturali?

L’incentivo ai consumi culturali, introdotto dalla legge di stabilità 2016 renziana, prevede una e-card del valore di 500 euro l’anno per ogni ragazzo di 18 anni. I giovani possono spenderlo in film, concerti, musei, eventi culturali, libri, corsi di lingua straniera e altro ancora. I bonus accessibili dal 1 aprile 2021 devono essere utilizzati entro il 28 febbraio 2022. Non ci sono limiti di spesa per gli acquisti una tantum. Tuttavia, non è possibile acquistare più biglietti per lo stesso spettacolo o più copie dello stesso libro. Il bonus funziona tramite un’apposita applicazione (18app). I premi sono attualmente approvati per tutti i figli di età superiore ai 18 anni senza limiti di reddito.

Spettacoli e risorse pubblicitarie (tra cui Girandola a Roma)

Si va dalla raccolta di fondi per il sostegno finanziario temporaneo ai lavoratori dello spettacolo al finanziamento di librerie ed editori, dal finanziamento di spettacoli dal vivo al sostegno alle rievocazioni storiche de La Grandola a Roma. Tra le iniziative finanziate con le risorse risparmiate dall’eliminazione dei bonus culturali c’è la celebrazione del 150° compleanno di Guglielmo Marconi. La modifica prevede anche la costituzione di una fondazione di diritto privato, la Fondazione Vittoriano, per la gestione e lo sviluppo del complesso del Vittoriano, inclusa la collezione del Museo Central del Risorgimento. Storia del Risorgimento Italiano, fatta con regio decreto 20 giugno 1935. Per la partecipazione del Ministero dei Beni Culturali al fondo di gestione della fondazione deliberata, il canone è fino a 1 milione di euro all’anno dal 2023 quale contributo alle spese di funzionamento. , come modificato.

Italia Petizione Viva

La notizia che i bonus potrebbero essere annullati ha suscitato critiche da parte dell’opposizione. L’emendamento di Fratelli d’Italia – dalla parte di Meloni – vuole togliere il bonus culturale 18app per i giovani. Un gravissimo errore per me, ha scritto su Twitter Matteo Renzi, presidente di Viva Italia, che sta promuovendo una petizione contro la revoca dei bonus. Chiediamo al Primo Ministro Maloney di intervenire per fermare la distruzione del patrimonio culturale dei giovani. Sappiamo che alcuni parlamentari in Italia dicono che la cultura non si mangia. Ma non siamo d’accordo: ridurre la cultura ei giovani non è la strada giusta per costruire il futuro. Abbiamo lanciato questa idea sette anni fa e da allora molti paesi hanno copiato la nostra idea, a partire da Francia e Germania. Distruggere il bonus culturale introdotto da Renzi significava danneggiare la nuova generazione. E in Segreteria della Cultura, leggi il testo sottoscritto.

Voti Pd e M5S

Anche il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle si sono opposti con veemenza all’emendamento. Richiedi il bonus culturale per la cancellazione di 18 app per i maggiori di 18 anni. Quasi 500.000 persone si iscrivono in un anno, esperienze di successo sono state seguite in Francia, Spagna e Germania e presto seguite in Gran Bretagna, Portogallo e Finlandia. Firmato da: Mollicone (FdI) Sasso (Lega) Dalla Chiesa (FI) Presidente di Gruppo della Commissione Cultura! Mauro Berruto, deputato e capo Pd Sport, vi scrive nei commenti, sui social. Le manovre presentate al Parlamento non rispettano il diritto di non invocare la cultura. Ora vogliono eliminare il bonus culturale chiamato “18app” modificando la legge finanziaria. I rappresentanti del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati e alla Commissione Cultura del Senato hanno affermato che i danni sarebbero enormi.

Jacqueline Andrus

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