È una delle immagini più belle che il calcio italiano abbia prodotto negli ultimi anni. Gianluca Vialli e Roberto Mancini, uniti in un abbraccio familiare, tra applausi e urla tutt’intorno. Il tempo sembra essersi fermato per Vialli e Mancini.
Si conoscono da oltre 40 anni, sono conosciuti in Serie A come “gemelli del gol”, i gemelli gol, e sono più che semplici amici. Insieme loro, l’allenatore Mancini e il capo delegazione Vialli, guideranno la nazionale italiana al titolo europeo nella magica estate del 2021 al Wembley Stadium di Londra.
Purtroppo è anche una delle ultime belle immagini. La Squadra Azzurra poi non è riuscita a qualificarsi per la Coppa del Mondo, e Vialli si è ritirato dall’incarico lo scorso novembre. Il tumore al pancreas che le era stato diagnosticato nel 2018 e che nel frattempo sembrava essere andato via è tornato.
L’ondata di simpatia era enorme in quel momento. Vialli è un grande calciatore, un attaccante dinamico che ha vinto clamorosamente scudetti con Mancini con la Sampdoria Genoa e poi ha vinto la Champions League con la Juventus. Ma Vialli è l’uomo più grande, popolare tra club, età e regioni.
Nonostante la dura diagnosi e la chemioterapia, irradiava sempre ottimismo. In teoria ha solo un ruolo organizzativo in nazionale, ma in pratica tiene discorsi alla squadra e infonde loro una contagiosa gioia di vivere.
Ma Vialli sapeva benissimo che la malattia poteva ripresentarsi in qualsiasi momento. “Il cancro è un compagno indesiderato che sale sul treno con me”, ha detto Vialli nel 2021. “Devo continuare a viaggiare e spero che questo compagno mi lasci vivere in pace”. Sfortunatamente, queste speranze sono state vane. Gianluca Vialli è morto venerdì a Londra all’età di 58 anni.
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