Fenomeno da 5 milioni di spettatori in Italia, questo primo film di e con Paola Cortellesi è imperfetto ma interessante. Roma, fine anni Quaranta, Delia si destreggia tra tre lavori, un marito violento e un suocero crudele, due figli che seguono le orme paterne e un’adolescente dal destino incerto. In bianco e nero, intriso di canzoni italiane, ricco di riferimenti al neorealismo (Visconti, De Sica, Scola) ma che se ne libera attraverso l’anacronismo, questo film che sostituisce le donne non è privo di influenza. Tuttavia, la sua fiducia nel cinema, la sua stilizzazione (sequenze di inquadrature tra danze di morte e scene horror) e il suo evidente entusiasmo ci affascinano. Giocando con un barlume di speranza concreta, nel tunnel del patriarcato, Cortellesi, che non si lascia ingannare da nulla, sfida tutto e colpisce nel segno.
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