Federica Bertagna parla della politica italiana contemporanea » UNSAM News

Federica Bertagna, dottoressa in Storia e Società Moderna presso l’Università di Verona (Italia), ha visitato l’EPyG come secondo relatore nella conferenza “Storici che analizzano la politica europea contemporanea” ed ha esaminato lo sviluppo storico dell’attuale sistema politico italiano, i processi di personalizzazione della politica e l’emergere dei movimenti antipolitici tra il 1992 e il nuovo millennio in Italia. La presentazione è stata tenuta da Leandro Losada, direttore del Centro Studi di Storia Politica EPyG (CEHP).

Di fronte a un pubblico di ricercatori, docenti e studenti, Bertagna ha ripercorso storico la politica italiana dal 1992 a oggi. Propose il 1992 come anno di svolta in cui l’intero sistema politico italiano crollò, dopo essere stato accusato di corruzione e tutti i partiti che controllavano il governo furono sciolti o cambiarono nome, compresi i più importanti: la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano. . Qui, secondo gli studiosi, finì la “Prima Repubblica”, dominata dai partiti politici, e iniziò la “Seconda Repubblica”, nella quale ebbe luogo il processo di personalizzazione politica. Sono emerse figure carismatiche con un discorso antipolitico che proponeva un rapporto diretto tra leader ed elettori, nonché una lotta contro la corruzione del partito.

Allo stesso tempo, ricordando i due mandati di Silvio Berlusconi – che, secondo Bertagna, avrebbe compromesso le istituzioni italiane nel tentativo di risolvere i suoi scandali personali -, lo specialista assicura che nella “Seconda Repubblica” il potere reale è passato dall’essere concentrato quasi esclusivamente nei partiti perché si concentra quasi esclusivamente sui leader. Secondo questa deduzione, in nessuno di questi casi c’è un organo rappresentativo costituzionale che controlla la vita politica italiana, con l’aggiunta che l’antipolitica diventa sempre politica dopo essere arrivato al potere, generando così più antipolitica tra i cittadini. Gli storici affermano che “‘Seconda Repubblica’ è una definizione insoddisfacente, perché non sono stati raggiunti i necessari cambiamenti istituzionali”. Quindi, per gli specialisti, “l’Italia mostra la versione peggiore dell’evoluzione democratica, anticipando lo sviluppo della democrazia in Europa e poi a livello globale”.

Infine si sono svolte una serie di domande in cui il professore e il pubblico hanno parlato del processo di speculazione della politica italiana, dell’emergere di nuovi movimenti anti-corruzione, dell’ingresso globale dell’Italia e del futuro del Paese.

Nota aggiornata al 3 maggio 2018


Daniel Jensen

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