Divieto ChatGPT: quali Paesi hanno bloccato l’accesso all’intelligenza artificiale?

La settimana scorsa si è diffusa su Internet la notizia che il governo italiano ha temporaneamente bloccato l’accesso all’intelligenza artificiale ChatGPT di OpenAI a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza dei dati degli utenti. Ci sono anche rapporti secondo cui il Paese è il primo a vietare questo tipo di IA. Ma non è vero.

Il caso italiano

L’Italia è stato ovviamente il primo Paese europeo che possiamo definire democratico. L’Ufficio per la protezione della privacy degli utenti su Internet ha sollevato preoccupazioni sul modo in cui GPT utilizza queste informazioni e sulla loro utilità.

Fino a quando gli operatori OpenAI non spiegheranno e dimostreranno in modo trasparente di gestire i dati sensibili con cura e di rispettare il GDPR, l’accesso a ChatGPT rimarrà limitato in Italia. Ci sono altri due paesi in Europa che bloccano ChatGPT per i propri cittadini, vale a dire Russia e Bielorussia, ma non possono essere definiti democratici in buona coscienza.

Russia, Cina e Iran hanno bandito ChatGPT

Tuttavia, l’idea dell’intelligenza artificiale attira le aziende tecnologiche russe. Nel febbraio di quest’anno, hanno annunciato che Yandex stava sviluppando la propria versione di ChatGPT chiamata YaLM 2.0. Questa potrebbe essere una copia esatta.

La Cina sta adottando un approccio simile nei confronti di ChatGPT, un altro paese che ha ufficialmente vietato l’accesso alle applicazioni OpenAI. Ne ha parlato anche il quotidiano cinese China Daily “ChatGPT aiuta il governo degli Stati Uniti a diffondere disinformazione”. A marzo Baidu ha lanciato in Cina il servizio Ernie Bot, che ha sostituito ChatGPT.

L’Iran, il Venezuela e, naturalmente, la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) sono tra i paesi che rifiutano l’ascesa dell’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, alcune scuole negli Stati Uniti e in Australia vietano agli studenti di utilizzare ChatGPT (e altri servizi di intelligenza artificiale) per scopi didattici.

Sorge la domanda su quali paesi si stiano preparando per un possibile divieto di ChatGPT AI. La stessa atmosfera che c’è in Italia si respira ora in Francia, dove i funzionari costituzionali chiedono ancora controlli sul lavoro con i dati degli utenti. La città di Montpellier in Francia ha vietato ChatGPT per i lavoratori comunali. Anche l’Irlanda vuole fornire stimoli all’Unione Europea. La situazione in Repubblica Ceca per ora è più tranquilla, ma vedremo quanto durerà.

Fonte: Forbes, Le Parisien

Lance Norris

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