Crisi con Macarena Olona amara vittoria di Meloni per Vox

Se qualcuno in Spagna ha dei dubbi sull’umore politico di Giorgia Meloni, può chiarirlo il 12 giugno. Quel giorno, il leader della Fratellanza Italiana, che quasi sicuramente nelle prossime settimane diventerà primo ministro del Paese transalpino, è stato protagonista del raduno Vox a Marbella prima delle elezioni andaluse. Il linguaggio della parte del suo discorso che i media hanno ripreso era così radicalmente di destra che è stato sorprendente anche nelle azioni del partito di Santiago Abascal. “Sì alla famiglia naturale, non alla lobby LGBT. Sì all’identità sessuale, non all’ideologia di genere. Sì alla cultura della vita, non all’abisso della morte. Sì all’universalità della croce, non alla violenza islamica. Sì alle frontiere sicure, no all’immigrazione di massa”gridarono i meloni.

Finisce con “Viva i patrioti d’Europa!”. Fino a poco tempo, almeno in Spagna, la terminologia poteva essere ascoltata solo nelle azioni dei gruppi di estrema destra senza incidenti nella sfera pubblica. A tre mesi dal discorso, Meloni ha vinto le elezioni in Italia con il 26% dei voti e sta negoziando una coalizione di governo. E i loro alleati spagnoli? Ebbene, erano molto peggio di lui, e le cose hanno cominciato ad andare male, per la precisione, nelle elezioni andaluse.

Quel giorno Meloni definì Macarena Olona un “amico”, il candidato della Junta de Andalucía il cui fallimento elettorale – il PP Juanma Moreno raggiunse la maggioranza assoluta e Vox rimase senza giochi in Parlamento – portò all’inizio del declino del suo partito. A differenza dei Fratelli in Italia, la prospettiva di un’elezione di estrema destra in Spagna è costantemente diminuita negli ultimi mesi, mentre PP Alberto Núñez-Feijóo consolida il suo recupero. Nel più recente sondaggio della CSI, Vox è sceso al 10% nel voto stimato ed è arrivato quarto, superato da United We Can e dai due maggiori partiti.

Parte della colpa di questo calo è dovuta a quanto accaduto dopo le elezioni andaluse. Olona, ​​chiaramente delusa dal risultato, cominciava a dare segni di disagio. E a fine luglio ha annunciato che avrebbe lasciato la politica “per motivi medici”, una spiegazione che all’interno di Vox è sempre stata accolta con riluttanza. “Olona è puro orgoglio, puro ego. Ama le macchine fotografiche”Ha detto qualcuno che ha condiviso con lui dietro le quinte in una recente campagna. Nonostante il fatto che la dirigenza del partito abbia stabilito un rigoroso silenzio interno sul caso – che ha lasciato i deputati timorosi di parlare apertamente -, pochi dubitano in privato che Olona continui a essere sedotta dalla politica e che stia studiando le sue opzioni per il ritorno.

“Fine della strada”

Non sembra essere il caso di Vox. “Dato il danno causato, questa è chiaramente la fine della strada”, ha detto qualche giorno fa il portavoce del partito al Congresso, Iván Espinosa de los Monteros. La breve frase contiene, oltre a un sincero addio, una verifica di ciò che temono al Vox possa accadere con Olona nei prossimi mesi: per guidare un nuovo partito di destra per competere con loroin un’operazione a cui PP guarderà con entusiasmo.

La distanza tra Olona e il leader di Vox, Santiago Abascal, è diventata chiara nei giorni scorsi perché la disputa che è sorta per vedere chi è più amico di Meloni dopo la vittoria in Italia. Abascal ha pubblicato un tweet la notte delle elezioni per congratularsi con il vincitore. Il messaggio includeva quattro foto di loro due insieme; era il giorno del rally a Marbella, ma Olona non compare. Meloni ha risposto in spagnolo pochi giorni dopo: “Grazie mille per la tua amicizia. Sai già quanto lavoro è stato dedicato al raggiungimento di questo risultato”.

Ma Olona ha anche continuato a premere sull’atto della campagna andalusa che ha condiviso con il leader italiano. E ha approfittato di una delle tante scappatoie che la stampa conservatrice ha recentemente offerto per pubblicare, su El Independiente, un articolo sulla sua “referenza” Meloni. “Giorgia, sei ispirazione”il titolo.

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La possibilità che dietro la minaccia di formare un nuovo partito di destra ci sia il PP non sorprende gli analisti demografici. Ma uno di loro, un professore di scienze politiche che ha scelto di non essere nominato, ha avvertito: “Gli sforzi di frammentazione di Vox hanno problemi, perché se indebolisci colui che può essere il tuo partner, forse alla fine non sarai in grado di governaree infine impostare il PSOE”.

Intanto Olona si lascia amare e non mostra il suo biglietto da visita. Negli ultimi giorni, in interviste a media come ‘Abc’ o Cope, ha lasciato la porta aperta a entrambi per guidare nuove opzioni politiche –ha detto di avere fondi sufficienti– Come riconciliandosi con Vox, però, ha accusato la mancanza di democrazia interna e ha attaccato la rete tramite profili anonimi. Ma poiché quel percorso sembra essere chiuso, Olona dovrà decidere, magari dopo le elezioni regionali e comunali del maggio 2023, se farà il “passo avanti” che minaccia.

Daniel Jensen

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