Dovrebbe essere meno della guerra: giusto “operazioni militari speciali”. Grazie alla schiacciante superiorità delle truppe russe, il rapido intervento della flotta di Mosca avrebbe presto messo in ginocchio l’Ucraina. La capitale è stata presa in un giorno o due, il governo è stato decapitato, l’esercito si è radunato in massa per il “fratello” della Russia, si sarebbero viste folle entusiaste che accoglievano a braccia aperte i “liberatori”.
Vladimir Putin ripeterà il suo “successo” del 2014 quando ha annesso la Crimea senza scontri o vittime. Sarà riconosciuto dal suo popolo come “Salvatore russo”grande leader che porterà a casa “Fratello ucraino” pervertito e cancellato il vergognoso stigma lasciato dalla disintegrazione dell’Unione Sovietica nel 1991. A proposito, deliziosa vendetta, andrà avanti“ovest decadente” sconfitta schiacciante, mostrando al pianeta che è il vero leader del nuovo mondo.
Ma pochi giorni dopo la sera di giovedì 24 febbraio, giorno di questa svolta storica in cui i carri armati russi hanno attraversato il confine, con stupore del mondo, la conquista del territorio ucraino doveva ancora essere compiuta. Sul campo, il blitz sembra essersi fermato, sebbene la Russia continui a inviare regolarmente nuove truppe.
E se l’esito di questo conflitto, che potrebbe durare settimane, è più che incerto, una cosa è certa: qualunque sia la decisione sulle armi, non c’è dubbio che il mondo lo farà.
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