Come l’anno scorso, nella competizione ufficiale per il primo film è stata selezionata una sola regista donna. Lungometraggio di Alice Rohrwacher, Meraviglia raffigura una famiglia di apicoltori italiani che cerca di resistere alla modernizzazione e terziarizzazione della loro regione nel 1980. Un film umanitario che guarda al passato, sia nella forma che nei contenuti.
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In una fattoria dell’Umbria, alla fine di una cupa estate degli anni ’80, il padre chiede aiuto alle quattro figlie e alla moglie tra le braccia di un bambino dispettoso e quasi muto, Martin. Quest’ultima va d’accordo, ma senza troppa convinzione, con la figlia maggiore della tribù, Gelsomina (una formidabile Alexandra Lungu), che sogna anche lei di aprire una nuova prospettiva per la sua famiglia indebitata e in difficoltà vincendo un premio in un concorso televisivo, “Il Villaggio delle Meraviglie”. ”, che celebra gli artigiani e gli agricoltori locali…
Riportando in vita la campagna italiana della fine degli anni ’80 con sorprendente precisione, Alice Rohrwacher filma come faceva 20 anni fa. Il suo modo di dipingere in modo sottile e sottile naturalistico il periodo dell’adolescenza marginale, libera e allo stesso tempo lasciata a se stessa, ricorda registi francesi come Assayas o Rohmer. Un bel film, un po’ scialbo e forse non del tutto originale. Bellezza la Grande presentato nel concorso dell’anno scorso, ha più prestigio per evocare questo tema che sembra ritornare come un’idra ogni volta che l’Italia viene presentata a Cannes: la fine del mondo.
Meraviglia (La Meraviglie) di Alice Rohrwacher, con Maria Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Alba Rohrwacher, Italia, 2014, 1h50. Pubblicità sulle vitamine. In competizione.
Immagini: foto ufficiali del film
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