Ogni immagine è come la descrive la NASA sito webè il risultato di una combinazione di raggi X provenienti dalla sonda Chandra in orbita e dati spettrali infrarossi precedentemente forniti dal James Webb Space Telescope (JWST), che osserva l’universo da una distanza di 1,5 milioni di chilometri dalla Terra dallo scorso gennaio.
Gli astronomi hanno anche utilizzato i dati del telescopio spaziale Hubble e del telescopio Spitzer in pensione per catturare il fenomeno.
Oltre alle apparecchiature americane, la navicella spaziale XMM-Newton lanciata dall’Agenzia spaziale europea (ESA) e il telescopio ottico e infrarosso New Technology Telescope, gestito dall’organizzazione intergovernativa Osservatorio Europeo Australe (ESO) presso l’Osservatorio di La Silla in Cile , sono stati coinvolti nelle osservazioni.
Gli astronomi hanno osservato galassie “invisibili” fin dall’universo primordiale
Come la Via Lattea
Uno dei fenomeni catturati sono gli ammassi stellari NGC346si trova nella galassia nana la Piccola Nube di Magellano (conosciuta anche come Piccola Nube di Magellano) a circa 200mila anni luce dalla Terra.
Ciò che è visibile sono nubi e archi di gas e polvere utilizzati da stelle e pianeti nella loro formazione. La nuvola viola a sinistra dell’immagine è il residuo di un’esplosione di supernova.
Può anche essere visto NGC1672, che vengono chiamate galassie a spirale barrata, la cui caratteristica distintiva è la forma sferica al centro del fenomeno. Una di queste galassie, ad esempio, è la Via Lattea.
A differenza di una tipica galassia a spirale, i cui bracci si curvano direttamente verso il nucleo, in una galassia barrata i bracci puntano attraverso la cintura diritta di stelle che circonda il nucleo.
È anche una galassia a spirale Messier 74 (M74). Soprannominata anche la “Galassia Fantasma” dalla NASA per la sua scarsa visibilità, questa galassia si trova a circa 32 milioni di anni luce dalla Terra.
Nonostante la visibilità sia ridotta, possono comunque essere visti ad occhio nudo, anche se solo come un debole punto luminoso. Da JWST vediamo polvere e gas nella regione dell’infrarosso e dai dati Chandra l’attività delle stelle ad alta energia nelle lunghezze d’onda dei raggi X è chiaramente visibile.
Veduta della zona Messier 16 (M16), anche la Nebulosa Aquila (nebulosa), che ricorda l’artiglio di un’aquila. La colonna allungata di gas e polvere è anche soprannominata il “Pilastro della Creazione”. Quelli che sembrano piccoli punti nell’immagine (sotto) sono in realtà giovani stelle catturate da Chandra, che emettono forti raggi X.
Un telescopio nello spazio cattura il maestoso Pilastro della Creazione
Sorpresa per gli astronomi. Il telescopio James Webb rivela galassie che non dovrebbero essere lì
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