Assistenza economica per ridurre le differenze tra Nord e Sud nella campagna elettorale italiana

Diversi partiti politici si sono impegnati a rivedere il piano di ripresa nazionale del Paese. L’Italia è il Paese che riceve la maggior quantità di questo tipo di risorsa in Europa. Il 40% di loro è andato nella regione meridionale.

Il modo in cui il futuro governo italiano utilizzerà i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha occupato un posto di rilievo nell’agenda elettorale transalpina. Diversi partiti politici si sono impegnati a rivedere il piano di ripresa nazionale del Paese. L’Italia è il Paese che riceve la maggior quantità di questo tipo di risorsa in Europa. Il 40% di loro è andato nella regione meridionale, per aiutare a colmare il divario tra nord e sud. Nel corso degli anni i problemi della crisi economica nel sud del Paese, noto anche come ‘Mezzogiorno’, non hanno fatto altro che peggiorare. In alcuni casi, il tasso di disoccupazione è raddoppiato rispetto alla media nazionale. La Sicilia è di gran lunga la regione che ha ricevuto più risorse. Il team di Euronews si è recato nella regione per scoprire come vengono spesi i fondi e quali sfide si prospettano per il governo italiano in futuro.

Nessuno meglio del Sud Italia per capire perché riceverà la maggior parte delle risorse Ue per la ripresa dopo la pandemia di coronavirus. Ma questi fondi riusciranno a colmare il divario tra Nord e Sud in termini di disagio? Siamo andati in Sicilia per scoprirlo. Gli investimenti nelle infrastrutture sono molto importanti per incoraggiare la crescita economica. Il denaro sarà utilizzato principalmente per completare i progetti attesi da tempo, lasciando da parte quelli nuovi, come un nuovo collegamento ferroviario che collega le principali città della regione, che sono in cantiere da tempo. Tuttavia, sono necessari fondi aggiuntivi per soddisfare tutte le richieste.

“Da un lato, non ci sono abbastanza professionisti per gestire i fondi, e le amministrazioni locali devono gestirsi da sole. D’altra parte, ea differenza del piano originario, il National Recovery Fund non è sufficiente a soddisfare tutte le esigenze nel settore delle infrastrutture. Se si accantonano autostrade e superstrade, e l’intervento interessa solo una parte della rete ferroviaria, si rischia di non raggiungere i propri obiettivi”, ha dichiarato Marco Falcone, assessore alle infrastrutture della Regione Sicilia.

Sono stati investiti più di 230 milioni di euro, principalmente nella ristrutturazione di alloggi sociali in tutta la regione. Abbiamo visitato un quartiere povero alla periferia di Catania, dove si trovano alcuni edifici. E… non sono gli unici.

“Tra i progetti finanziati con fondi post pandemia ci sono alcuni beni confiscati alla mafia, come quello qui. Quello che negli anni ’80 era un supermercato, di proprietà di uno dei più potenti boss mafiosi, non c’è più. essere trasformato in una struttura per aiutare le famiglie a basso reddito”, ha detto la giornalista di Euronews Giorgia Orlandi.

Il riuso di oltre 600 metri quadrati di spazio aiuterà l’economia locale.

“Questo è un simbolo della lotta alla criminalità mafiosa, che servirà a sostenere i tanti cittadini poveri che vivono in questa zona. Qui le organizzazioni criminali sono ancora forti e tendono a reclutare giovani che diventeranno anche loro delinquenti”, ha sottolineato Michele Cristaldi, vicesindaco di Catania, a proposito dei beni confiscati alla mafia.

Ma, come spiega il professor Caserta, non è solo una questione di quantità.

“Il problema è come trasformare questi fondi in risultati tangibili. Richiede capacità progettuale, regole chiare e trasparenza nelle procedure della Pubblica Amministrazione… qui mancano tutti questi aspetti. Fare un bonifico bancario da solo non basta, è solo un punto di partenza, e dobbiamo dimostrare all’Ue che siamo all’altezza del compito”, ha detto Maurizio Caserta, professore di Economia politica all’Università di Catania.

A quanto pare, il compito di mitigare la crisi economica del Mezzogiorno continuerà anche in futuro, e andrà oltre i piani nazionali di rilancio del Paese transalpino.

Daniel Jensen

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