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La nave di soccorso basca Aita Mari, della ONG Salvamento Marítimo Humanitario, ha appena superato i controlli effettuati a bordo della nave di soccorso umanitario. Secondo un rapporto della Capitaneria di Castellón, la nave era pronta a salpare per il Mediterraneo centrale.
La nave Aita Mari salperà presto Mediterraneo centrale in una nuova missione per salvare vite umane. L’equipaggio, che stava terminando i preparativi per avviarlo nona missione, è in attesa di ricevere dal Capitano Castellón il permesso definitivo di salpare. Pertanto, dopo aver superato la prima ispezione, ora hanno bisogno di un permesso finale da parte del governo spagnolo, che dovrebbe essere ricevuto entro la fine di questa settimana.
Come riportato dal Coordinatore del Soccorso Marittimo Umanitario, Inigo Mijangos, ha superato l’ispezione “con i complimenti delle autorità competenti”. Non appena arriverà la notifica ufficiale e le condizioni meteorologiche saranno “favorevoli”, ha aggiunto, la nave partirà dal porto di Vinaròs, a Castellón, per il Mediterraneo centrale “con l’obiettivo di continuare a salvare vite”.
Nella sua ultima missione, Aita Mari è riuscito a salvare 112 persone nelle acque del Mediterraneo. EITB Media è uno straordinario testimone di quella missione, da giornalista asier sanchez Viaggia con l’equipaggio della nave, per offrire un’ampia copertura di viaggio e conoscere più da vicino la nave. Per essere esatti, è stato presentato in anteprima la scorsa settimana Youtube e EITB Nahieran ‘Recensione: Aita Mari’ che mostra la realtà del lavoro svolto da questa nave umanitaria, alla cui prima erano ospiti il capo missione Aita Mari e l’infermiera Izaskun Arriaran.
Allo stesso modo, la stessa settimana anche la nave basca ha fatto notizia per le sanzioni che ha dovuto affrontare per diverse violazioni. Il Capitano marittimo spagnolo ha denunciato la scorsa settimana l’apertura di un fascicolo disciplinare per le cause del 2020 nelle acque italiane.
L’ONG Salvamento Marítimo Humanitario ha annunciato che presenterà accuse contro i fascicoli che potrebbero subire una multa fino a 80.000 euro, anche se inizialmente si parlava di oltre un milione di euro. Le ONG hanno inquadrato l’inchiesta che ha portato al fascicolo in una “campagna politica” condotta dal governo italiano per fermare la nave di soccorso.
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