Il governo del premier Mario Draghi, in carica da 14 mesi, ha usato il cosiddetto “potere dormiente” per porre le condizioni per decine di fusioni e ha bloccato diversi tentativi della Cina di espandere la propria presenza nel mondo. .
Oggi, gli stretti collaboratori di Draghi stanno lavorando per creare un nuovo top management nel suo ufficio per migliorare la capacità della Roma di monitorare eventuali cambiamenti nell’assetto proprietario della società strategica, ha detto la fonte, chiedendo di non essere nominata.
Tra i compiti del nuovo ufficio c’è “l’analisi strategica di ciò che sta accadendo nei mercati di riferimento”, ha affermato una delle fonti, aggiungendo che la ristrutturazione aumenterà il personale dedicato alle questioni di acquisizione.
Come parte dell’aumento della forza dell’oro, il governo prevede di finalizzare una nuova regola entro la fine di maggio che richiede alle società con asset sensibili di notificare loro i colloqui iniziali con potenziali acquirenti, ha affermato una seconda fonte.
Se esistesse, una norma del genere darebbe al governo una voce diretta nella fallita acquisizione di Telecom Italia da parte di TRC.
La mossa arriva dopo che Roma ha introdotto nuove misure il mese scorso che richiedono alle società che gestiscono reti 5G di fornire, su base annuale, un avviso molto più dettagliato alle autorità delle proposte di fusioni e accordi.
Il governo ha inoltre esteso permanentemente poteri speciali a banche e assicurazioni e ha proposto l’acquisizione di società italiane da parte di altre società dell’UE.
Fino a quando l’ex capo della Banca centrale europea, Draghi, non entrerà in carica in Italia nel febbraio 2021, il potere di veto dell’oro è stato utilizzato solo due volte in un decennio per frenare gli attacchi stranieri all’Italia. Draghi lo ha utilizzato altre quattro volte in poco più di un anno, rifiutando molte offerte cinesi.
L’episodio più recente del mese scorso ha visto Roma annullare la vendita 2018 di droni militari da parte di investitori cinesi da parte della società.
Tuttavia, l’approccio di Draghi ha suscitato sfide legali da parte di predatori stranieri e delle loro prede italiane.
L’obbligo di notifica ha anche migliorato i documenti per le aziende che, per evitare il rischio di violazioni e sanzioni, notificano al governo qualsiasi fusione o transazione, anche se non necessaria.
L’anno scorso il numero di notifiche è balzato a quasi 500, rispetto alle 342 del 2020 e alle sole 83 del 2019.
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