Abolire i compiti, nuoce ai bambini, la petizione scuola italiana | Notizia

In Italia è nata l’iniziativa Basta Compiti, che invita le scuole a smettere di dare i compiti ai bambini. A quanto pare hanno firmato la sua petizione più di 4.500 persone, profondamente turbate dal fatto che ai bambini vengano affidati dei lavoretti durante le vacanze, scrive il quotidiano italiano Corriere della Sera.

Genitori, insegnanti e presidi sono stati nominati come organizzatori della petizione online, e la lettera aperta è stata pubblicata sui social network e sarà inviata al Ministero dell’Istruzione italiano dopo aver raccolto cinquemila firme.

Le argomentazioni degli organizzatori non sembrano certo dilettantistiche: secondo loro, il compito danneggia i bambini che non hanno genitori istruiti e disposti ad aiutarli nella preparazione, costringendo i genitori a diventare insegnanti per i propri figli, nonostante la loro mancanza di qualifiche e carenze. . certa conoscenza. I lavori domestici sono spesso motivo di litigi in famiglia e le borse pesanti danneggiano la schiena.

La scuola è essenzialmente un “lavoro a tempo pieno” per i bambini, quindi secondo gli organizzatori non dovrebbe essere continuata durante il tempo libero, soprattutto nei giorni festivi. “I compiti a casa limitano il ‘diritto al riposo e al tempo libero’ (sancito dall’articolo 24 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo), che è un diritto di tutti i lavoratori”, afferma la petizione. Sostiene inoltre la Carta internazionale dei diritti dell’infanzia, il cui articolo 31 afferma: “Gli Stati membri garantiscono al bambino il diritto al riposo e al tempo libero per dedicarsi a giochi e attività ricreative adeguati alla sua età”.

Anche se la petizione può sembrare strana, infatti, secondo un’indagine dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, i bambini italiani trascorrono molto tempo a studiare a casa. Per completare i compiti ci vogliono fino a nove ore a settimana, mentre i sudcoreani o i finlandesi, ad esempio, ne impiegano solo tre.

Vincent Ramsey

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