Lo Stade Rennais ha avviato uno studio di fattibilità per la costruzione di un nuovo edificio da 40.000 posti, non lontano dal Roazhon Park, l’attuale stadio. Una strategia che soddisfi le esigenze economiche, per aumentare le entrate dei club, per promuovere ambizioni sportive più elevate…
Lo spiega Luc Arrondel, ricercatore del CNRS e specialista in economia del calcio Francia occidentale la sfida per i club francesi di diventare proprietari dei propri impianti e recuperare il ritardo rispetto alle competizioni europee. Attualmente solo il Lione in Ligue 1 ha il proprio stadio.
In Francia, il Rennes sta valutando la costruzione di un nuovo stadio, anche il Lille e il Lens stanno valutando l’acquisizione dei loro stadi… Qual è la sua opinione sui club di calcio che vogliono diventare proprietari dei propri stadi?
Nei cinque maggiori campionati europei questa è chiaramente una tendenza. In Inghilterra, quattordici club hanno i propri stadi, si concentrano sulla gentrificazione degli spalti, con posti a sedere più costosi… A differenza della Germania, dove diversi club approfittano dello svolgimento di Euro 2024 per acquisire stadi, con stadi più economici prezzi per loro. pubblico. Un altro caso più comune è quello della Juventus Torino in Italia, che ha progettato il suo modello di business attorno al suo stadio (Juventus Stadium, 41.000 posti), scelto più piccolo dell’ex Stade des Alpes per ottimizzare la sua ricetta. Anche il Brest, nella sua scala, sembra voler seguire questa strategia con il suo futuro stadio…
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Possedere uno stadio genererà più soldi nel medio termine?
Possedere uno stadio significa cercare di rendere redditizia la struttura, attraverso biglietti e ospitalità. Nella MLS (Major League Soccer, campionato americano), l’80% dei ricavi proviene dallo stadio, lo stadio è un vero e proprio luogo in cui vivere. Il Lione è l’unico club della Ligue 1 che attualmente dispone di uno stadio proprio, e questo è un po’ diverso: il Groupama Stadium ospita anche seminari, con hotel, ristoranti… Ma la logica generale resta quella di diversificare le proprie entrate attraverso lo stadio.
“Forse c’è chi pensa troppo in grande, a Bordeaux o a Nizza per esempio”
Capita l’idea dello Stade Rennais di trasferirsi dal Roazhon Park?
Nel 2022 i costi di gestione dello stadio arriveranno a circa 10 milioni di euro, l’equivalente della media della Ligue 1, ovvero circa il 10-20% del budget. Ma se si guarda il PSG, in termini assoluti vale sei volte di più, anche relativamente molto di più… Nel caso dello Stade Rennais, che è un club con ambizioni sportive e ha già un tasso di occupazione vicino al 100%, c’è È un compromesso che va fatto tra quantità e qualità: pensare a un modello di business coerente con il territorio. Il problema del Lione, con uno stadio da 60.000 posti, è che il suo modello è modellato anche sulla qualificazione costante alla Champions League, quindi lì perderanno soldi… Anche gli incassi dei biglietti del PSG sono strettamente legati alla Champions League, nessun segreto ! Parliamo innanzitutto di una società di calcio che deve fare spettacolo, per poi ridurla a una società di intrattenimento.
I club francesi non hanno scelta se vogliono continuare ad esistere in Europa: devono aumentare i loro introiti oltre ai diritti televisivi?
Se si guarda alla top 20 d’Europa, dove in media questi club ricevono 62 milioni di euro dalla vendita dei biglietti, la quota di biglietti è ancora piuttosto bassa rispetto alle entrate complessive… ma non bisogna dimenticare che più biglietti si hanno, più biglietti che hai, più entrate guadagni. più si guadagna dagli introiti commerciali e dai diritti tv, che con la Champions League sono esponenziali. Tutte queste ricette sono correlate, ma ciò richiede concorrenza sulla scena europea.
Perché ciò accada, la soluzione a medio termine per i club francesi è quella di avere i propri stadi?
Dopotutto bisogna pensare a un migliore sfruttamento di questo ambiente… Ma per essere proprietari spesso bisogna risolvere anche problemi politici, con il governo della città. Prima di Euro 2016 si preferiva il modello PPP (partenariato pubblico-privato), ma non si può dire che poi la competizione abbia aumentato il numero di spettatori negli stadi, come avvenne nel 1998, o in altri Paesi. Forse qualcuno sta pensando troppo in grande, a Bordeaux o a Nizza per esempio. Dobbiamo pensare a progetti che abbiano senso.
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