“Né il primo né il secondo”, del creatore sudcoreano So Bo-yang, è il miglior lungometraggio secondo la giuria del NISHVILLE MOVIE SUMMIT 2023. La giuria è composta da – Besim Petrela, direttore del Tirana Jazz Festival (Albania) , Vinko Mihajlović, direttore del festival Jazz Petrovac (Montenegro) e Sašo Popovski, chitarrista jazz, compositore e direttore artistico del festival Jazz Factory (Bitolj, Macedonia del Nord).
Il personaggio principale taglia ogni legame con la realtà e sopravvive nella cosiddetta Pratica/zona Seon (Zen) per raggiungere l’illuminazione totale. Ma non solo nella vita, ma anche in modo creativo: preparandosi a nuove sfide artistiche, al progresso artistico. Allo stesso tempo, il regista del film abilmente, asceticamente, con uno stile ridotto, attua una strategia di minimalismo, che oggi, ai tempi dell’impero dei successi di Hollywood, è quasi invisibile sul grande schermo.
I migliori film sperimentali lo sono “Liberato, nella zona di pressione” del creatore iraniano Hashemyan Homaun (Hashemyan Homaun). Si tratta di “sperimentazione assoluta” realizzata con il metodo della “fissazione” in un mezzo specifico. Con riprese statiche e lunghe, Homaun non solo mostra l’assenza dell’autore dietro la telecamera, ma va anche oltre: ponendo la telecamera nel ruolo di un “occhio nascosto”, focalizza la nostra attenzione sul potenziale spirituale di una scena audiovisiva rilasciata accidentalmente, realizzata in un misterioso spazio sotterraneo: la metropolitana.
Secondo la valutazione della giuria, il documentario è risultato il migliore “Memoria dell’acqua” del regista argentino Gabriel Alberto Piñeiro.
“Memoria dell’Acqua” è un’opera con un chiaro approccio ecologico alle attuali questioni di tutela ambientale. Il film di Piñeiro sviluppa l’idea dell’acqua come sostanza madre dell’universo. Questo è uno dei pochi documentari con un messaggio ambientale chiaramente mirato, fornendo un forte avvertimento sulle conseguenze del degrado ambientale.
IL PREMIO PER LA MIGLIORE MUSICALE nel film è stato assegnato al regista italiano Pietro Marcello, la cui opera “For Lucia” è dedicata alla famosa cantautrice e jazzista Lucia Dalì, le cui canzoni/musica, a metà del secolo scorso, testimoniano direttamente lo sviluppo della cultura italiana. Grazie alla testimonianza del manager e amico di Lucci, Tobi Riggi, ma all’efficace utilizzo di materiale musicale d’archivio, Marcello riporta in vita il compositore dimenticato, mostrando, tra le altre cose, come abilmente interpretò la poesia del famoso poeta italiano Roberto Roversi. .
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