Sono continuate lunedì le ricerche dei migranti a bordo di un’imbarcazione affondata nella zona durante il fine settimana nei pressi della città di Steccato di Cutro in Calabria, in Italia. I soccorritori hanno recuperato altri tre corpi, portando a 62 il numero delle vittime dell’incidente in mare, scrive l’ANSA. Ma le autorità temono che potrebbe esserci un equilibrio molto più elevato. Quella sera la polizia ha arrestato due uomini sospettati di contrabbando.
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Due motovedette e un elicottero stanno perlustrando il mare nei pressi della località Steccato di Cutro. Tuttavia, il loro lavoro è stato complicato dai forti venti, scrive l’agenzia AP. Al mattino i soccorritori hanno trovato un corpo sulla spiaggia e ne hanno evacuati altri due dal mare, portando il bilancio delle vittime a 62. Tra loro ci sono 14 bambini e 33 donne.
Ma le autorità temono che il bilancio delle vittime continuerà a salire. Domenica sono state soccorse 80 persone, 20 delle quali necessitavano di cure. Secondo le testimonianze dei migranti a bordo c’erano dalle 180 alle 250 persone.
La nave è salpata da Izmir, Türkiye, circa quattro giorni fa. I suoi movimenti sono stati registrati dall’agenzia Frontex dell’Unione Europea quando si trovava a circa 40 miglia nautiche al largo delle coste italiane. Tuttavia, a causa delle cattive condizioni del mare, le navi della guardia costiera italiana non sono riuscite a raggiungerlo.
Un quarto dei migranti morti in incidenti in barca al largo delle coste italiane provenivano dal Pakistan
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La polizia ha arrestato due uomini sospettati di contrabbando durante la serata. Domenica la polizia ha arrestato un cittadino turco per lo stesso motivo.
L’Italia è uno dei principali punti di partenza per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa via mare. Ma il percorso chiamato la via di mezzo del Mediterraneo è conosciuto come uno dei più pericolosi.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, dal 2014 sono morte o scomparse 20.333 persone nel Mediterraneo centrale. La rotta dalla Turchia è spesso utilizzata da migranti provenienti dall’Afghanistan, dal Pakistan o dall’Iran.
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