Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto un discorso in occasione di una presentazione all’aeroporto di Fiumicino di Roma sul programma di vaccinazione. Ha letto uno dei testi che hanno preparato per i politici in cui diceva: “Coloro che hanno attività che non consentono lo ‘smart work’ (…) saranno assistiti da ‘sitter baby’”. Il primo ministro si è quindi fermato, ha preso un respiro profondo, ha alzato la testa e ha rilasciato: “Qualcuno sa perché dobbiamo usare tutte queste parole inglesi?”
L’Italia è un Paese unico in questo senso e gli anglicani ne fanno parte ogni giorno. Quando vivi qui, è difficile liberarsene. Ad esempio, la maggior parte dei media e degli stessi politici ha usato il termine “blocco” dall’inizio della pandemia per riferirsi al confinamento.
Gli italiani, insieme agli spagnoli, hanno la reputazione di fare uno dei peggiori britannici all’estero. Questo ha scatenato una strana complessità e fatica, in un Paese dove anche il turismo ha un grande peso, per parlare shakespeariano in forma di capsule. Curioso perché, come ha detto Marco, un insegnante di italiano che ha vissuto a lungo all’estero, “gli italiani possono avere una scarsa pronuncia inglese, ma in entrambi i casi sarà sempre migliore della capacità quasi nulla della maggior parte degli anglofoni. non provare nemmeno a imparare un’altra lingua.”
Nacho Alarcón. Bruxelles
L’abuso della lingua inglese è diventato qualcosa di quasi divertente che gli stessi italiani spesso si chiedono. Ci sono detrattori e sostenitori dell’uso dell’anglicismo. “Perché dovremmo inventare la parola o tradurla dall’inglese se è un termine copiato?ha detto Isa, un piemontese che parla diverse lingue e che fa notare che quello che veramente lo strilla è usare un termine tradotto come ‘implementare’. “‘Implementare’ non esiste in italiano, è una traduzione in inglese”, ha detto.
Una minaccia per la lingua?
Altri come il ‘premier’ Draghi, circondato dalle sue ‘guardie del corpo’, senza alcun ‘trucco’, in mezzo a una ‘location’ come Fiumicino, poco prima del ‘weekend’ e senza leggere nulla sul suo ‘computer’, da quel Discorso scritto dal suo ‘staff’, né doveva chiedere acqua al ‘cameriere’, né preoccuparsi del ‘budget’ dell’evento, disse in perfetto italiano che era stufo di tanto anglicismo. Tutte le parole inglesi in questo paragrafo sono parole usate in italiano. Questi sono solo alcuni esempi.
Da dove viene questa abitudine? Ci sono molte ricerche entusiaste su questa domanda. Nella rivista (il primo anglicismo a contenere il testo stesso) dell’enciclopedia Treccani c’è un articolo dal titolo: “L’inglese in Italia: una minaccia alla lingua nazionale?“. Lo chiamarono Itangliano, e spiegarono che “ha subito un notevole miglioramento dopo la fine della seconda guerra mondiale”. L’articolo delirava sull’inizio del rapporto commerciale tra quella che oggi è la Gran Bretagna e quella che è oggi l’Italia nel XIII secolo, sull’importanza della rivoluzione industriale, nella causa dell’introduzione di certe parole in ambito commerciale e professionale, ma dopo la caduta del fascismo e il trionfo degli Stati Uniti, l’inglese è qualcosa di ‘cool’. “Gli Stati Uniti sono diventati un simbolo di libertà e un esempio di uno stile di vita interessante soprattutto per i giovani ei lavoratori, ha attratto una forte ondata migratoria, che ha dato il via al processo della cosiddetta seconda europeizzazione dell’Italia e al definitivo avanzamento dell’inglese sul francese come principale lingua straniera”.
L’Accademia Italiana, attiva dal 1929 al 1944, aveva il compito di sostituire tutte le parole straniere con parole italiane
Solo nel primo periodo fascista di Mussolini l’Italia cercò di purificare la propria lingua e fu creato un dizionario per sostituire i termini stranieri con termini nazionali. “L’Accademia Italiana, attiva tra il 1929 e il 1944, aveva il compito di sostituire tutte le parole straniere con quelle italiane ed è proprio in questo periodo che si assiste allo sfortunato esito di “diporto” (sostituto di “sport”) o “qui si bebe ” (sostituisce “bar”)”, disse l’insegnante Barbara Quintiliani nell’articolo intitolato: “Anglicismi in italiano: uso o abuso?”.
Irene Savio. Roma
Con caída de Il Duce, y su idea de retorno a la Gran Roma, e l’uso eccessivo dell’italiano cominciò a svanire. Este es un texto real de una publicidad para una velada roquera in a Roman bar que recoge la Treccani como bizarro ejemplo: “È con il cuore pesante che mi dispiace informarvi che l’ospite della parte di apertura della nuova stagione è Does This Offendere, sì, non sai contro chi hai a che fare, ma se hai le palle per scoprirlo l’appuntamento è il 10 ottobre alla Locanda […]. Scommettiamo che alla fine anche voi riuscirete ad urlare che siamo rockstar? “.
“Inserisci parole straniere in una conversazione semplice dare a chi parla un’aura di superiorità sociale e culturale“ha detto Quintiliani, che conclude dicendo che “non sappiamo quale sarà il futuro della nostra lingua e, soprattutto, nessuno può dire con certezza se tutto ciò avrà un impatto negativo o positivo su di essa”. ”
La denuncia di Draghi, italiano che parla un inglese perfetto, si è conclusa con una raccolta di firme su Change.org dal titolo “Basta anglicismo in politica”. La mobilitazione comprendeva una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che conclude così: “Vi chiediamo infine di avviare una campagna mediatica per difendere e sostenere l’Italia e per denunciare l’abuso della lingua inglese, come è stato fatto con successo in Spagna o in Francia, e come abbiamo fatto per sensibilizzare su questioni sociali come la violenza contro le donne o il bullismo. Ci piacerebbe vedere una simile iniziativa anche contro la discriminazione lessicale delle nostre parole”.
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