Silvio Berlusconi: Berlusconi lascia un paese politicamente devastato | Opinione

Un’era non finisce con Berlusconi, come molti hanno detto e scritto. Berlusconi non c’è più ma ha lasciato macerie. Dal 1994, il duro colpo alla politica, la nozione di istituzioni, l’impegno civico e la percezione che il voto funzioni per cambiare le cose ci ha portato a oggi. Perché votare oggi è un esercizio di fiducia che poche persone sono disposte a fare. Affidabile o…

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Un’era non finisce con Berlusconi, come molti hanno detto e scritto. Berlusconi non c’è più ma ha lasciato macerie. Dal 1994, il duro colpo inferto alla politica, alla nozione di istituzione, di impegno civico e alla percezione che il voto funzioni per cambiare le cose ci ha portato a un testa a testa oggi. Perché votare oggi è un esercizio di fiducia che poche persone sono disposte a fare. Fiducia o convenienza. Si dice che altrove sia successa la stessa cosa, ma Berlusconi è stato uno straordinario politico italiano. Solo in parte, perché ha dominato la politica italiana ma ha lasciato il segno anche in quella europea, ha creato un precedente e ha indicato la strada anche a Trump, che lo ha presentato come riferimento quando è stato eletto presidente degli Stati Uniti. L’alleanza con Putin, l’amicizia con Erdogan, l’accordo con Gheddafi per la costruzione di campi di internamento con l’obiettivo di impedire l’ingresso dei migranti in viaggio… È proprio quest’ultimo patto che oggi viene ricordato che il Governo italiano e l’Unione Europea stanno negoziando con Kais Saied, il presidente della Tunisia, che ha sospeso la democrazia, per bloccare le strade ai migranti in Tunisia con metodi simili. Pagare le milizie, sospendere il rispetto dei diritti umani, trasformare il problema immigrazione in un uomo da arrestare.

E in Italia, oggi assistiamo impotenti alle macerie lasciate da uno spot televisivo che ha costretto il pubblico a umiliarsi, le martoriate macerie del populismo nella politica istituzionale che ha reso possibile il Movimento 5 Stelle, un movimento che, almeno inizialmente , era poco più che una reazione all’abuso delle politiche di Berlusconi. Ma il populismo di Berlusconi è l’oro del populismo, ha soldi e mezzi di comunicazione che usa sempre per prendere a pugni i suoi nemici, non solo i politici, e rafforzare i suoi alleati. Parliamoci chiaro: Matteo Salvini e Giorgia Meloni, senza Berlusconi e il grande aiuto che ha dato loro, non avrebbero fatto nulla nella politica italiana. Senza una campagna permanente sul canale Mediaset, Salvini non avrebbe permesso alla Lega di crescere esponenzialmente alle elezioni del 2018, e nemmeno la Meloni avrebbe vinto le elezioni del 2022.

Ancora oggi non riesco a interpretare con particolare leggerezza gli eventi degli ultimi 30 anni, perché Berlusconi ci abitua al peggio, alla legge. ad hominem, dalla decisione Berlusconi del governo Craxi negli anni Ottanta, che regolerebbe temporaneamente radio e televisione, a cui serviva solo perché Berlusconi potesse difendersi, non come imputato in un processo, ma dalla giustizia stessa. Berlusconi fu inserito nell’elenco del partito che dirigeva e portò al governo persone di cui furono poi mostrati i legami con l’organizzazione criminale che aveva martirizzato il Paese. Alcuni dei più affezionati, come Marcello Dell’Utri (fondatore di Forza Italia) e Nicola Cosentino (che fu nientemeno che sottosegretario all’Economia nello stesso gabinetto Berlusconi in cui Giorgia Meloni era ministro delle Politiche Giovanili), sono finiti. condannato per coinvolgimento in associazioni mafiose, il che la dice lunga sull’indifferenza di Berlusconi nei confronti dell’elezione di leader appartenenti alla sua cerchia politica.

Niente è finito con Berlusconi, perché al governo ci sono ancora gli uomini e le donne che sono cresciuti politicamente e hanno fatto carriera con lui. E niente finisce perché questi uomini e queste donne gestiranno somme di denaro inimmaginabili, una valanga di fondi del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che sarà difficile da controllare, con poco spazio informativo democratico rimasto in Italia. Questo è il lavoro di Berlusconi, dimostrare che tutti hanno un prezzo, che tutti si possono comprare, che la realtà e la verità dipendono solo da quanto sei disposto a spendere per cambiarle, riscriverle e reinventarle.

Aggiungete a ciò la passione per la menzogna e l’idea dell’impunità. Capace di raccontare le bugie più assurde, come la vicenda della nipote Mubarak, la minorenne è stata arrestata mentre era in cura dall’igienista dentale Berlusconi e poi consigliere regionale del PdL Nicole Minetti. Berlusconi rende la politica italiana impensabile, molto personale, molto sua. Tutto sembra essere suo, e da qui la grande ipocrisia: si collegava alla fama di grande liberale, ma oggi, trent’anni dopo essere entrato in politica, si può dire con certezza che abbia completamente distrutto la cultura liberale italiana e acquistato il libero pensiero. .

E Silvio Berlusconi è stato fortunato, a causa delle benedizioni piede che accompagna la morte in un paese così profondamente cattolico come l’Italia – un paese che preferisce dimenticare il male e non ricordare altro che ciò a cui, in fondo, si può rinunciare – è morto con tutta la televisione italiana collegata in un modo o nell’altro. altro. La RAI, televisione pubblica, fa molto affidamento sul governo Meloni ed è, quindi, accondiscendente. La sua catena gli è fedele. Quindi oggi va tutto bene, tutto simpatia, licenza poetica, desiderio di libertà e disinvoltura, anche la sua immagine accanto a Putin che finge di sparare con un mitra in conferenza stampa, dopo quello che è successo ad Anna Politkovskaya. Anche l’odierna vicinanza politica e imprenditoriale a Putin è testimonianza di lealtà, profonda e vera amicizia.

Berlusconi è morto e ha lasciato il paese in rovina. Non abbiamo continuato a raccogliere le macerie, perché ormai ci avevano seppellito. Capisco piede, e oggi qualcuno deve avere il coraggio di dire che non stiamo parlando di un Berlusconi politico, che oggi c’è posto solo per l’uomo, per il lutto silenzioso prima della morte. Ma questa santificazione politica a posteriori è un imbarazzo per la democrazia e un affronto alla verità.

Daniel Jensen

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