sale vuote, grandi crisi, espositori che cercano di reinventarsi

Gli italiani non vanno più molto spesso al cinema. Un tempo considerato un tesoro nazionale e riconosciuto in tutto il mondo grazie a grandi nomi come Federico Fellini, Marcello Mastroianni o Nanni Moretti, il cinema italiano sta attraversando una grande crisi. Per riconquistare gli spettatori, i gestori del cinema devono trovare nuovi approcci.

A Roma un vero e proprio disastro ha colpito il settore cinematografico. Negli ultimi anni le sale cinematografiche hanno chiuso una dopo l’altra, con presenze in calo di quasi il 50% dal 2019. Il settore cinematografico italiano, già in difficoltà prima della pandemia, non è riuscito a riprendersi dal lockdown. «Sono stato al cinema ieri sera, c’erano solo 15 persone in sala», si lamentava un residente di Roma. “Nessuno va più al cinema. Non va più di moda, forse abbiamo troppi schermi nelle nostre case. I pochi cinema di quartiere ancora aperti hanno dovuto reinventarsi. In una delle sale si è svolto un dibattito sul cinema come sostituto delle tradizionali sedute. Questo tipo di evento si tiene generalmente all’inizio della settimana, quando i giorni sono meno proficui.

Impatto significativo della pandemia

«Non avrei mai immaginato di dover affittare questo spazio per attività che non avevano nulla a che fare con il cinema», racconta Gino Zagari, titolare del cinema Caravaggio di Roma. “Adesso affitto il mio cinema per incontri con i vicini, feste per bambini, matrimoni o concerti. La diversificazione è diventata una necessità dopo mesi di pandemia. Secondo lui, sono state le severe misure igienico-sanitarie a scoraggiare la comunità. “In Italia abbiamo avuto un lungo periodo di chiusura. I cinema sono le prime attività a chiudere e le ultime a riaprire. Questo lascia l’impressione che il cinema sia un posto pericoloso. L’era del prospero cinema italiano sembra così lontana.

Jacqueline Andrus

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