L’Italia riaprirà un’indagine sulla scomparsa della minorenne vaticana Emanuela Orlandiová, scomparsa dal 1983, secondo quanto riferito dai media italiani lunedì. La Procura di Roma ha preso questa decisione dopo aver ricevuto nuovi documenti dal Vaticano. I membri della famiglia Orlandi si sono lamentati della mancanza di collaborazione del Vaticano negli ultimi anni.
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Una ragazza di 15 anni scomparve in circostanze ancora poco chiare nel giugno 1983. Era figlia di un dipendente vaticano, viveva nella Chiesa-Stato e possedeva anche la cittadinanza vaticana, cosa che aumentò l’interesse dei media sul caso. La ragazza sarebbe scomparsa in territorio italiano.
Diversi testimoni affermano che sia stato visto l’ultima volta nel centro di Roma. In passato i media italiani e mondiali hanno collegato il suo caso a tensioni internazionali attorno al Vaticano o alla criminalità organizzata romana.
La procura di Roma ha indagato due volte sul caso, ma ogni volta l’ha escluso perché non ha trovato nulla di importante. Secondo la famiglia Orlandi, ciò è avvenuto in parte per mancanza di collaborazione da parte del Vaticano.
“Per la prima volta ci sarà una collaborazione, sempre negata in passato, tra la Santa Sede e la giustizia italiana”, ha detto Pietro Orlandi, fratello della ragazza scomparsa.
La Procura di Roma non ha detto quali documenti sono pervenuti dal Vaticano. Lo stesso Vaticano ha annunciato ai primi di gennaio di aver riaperto un’inchiesta su quanto accaduto alla Orlandoiova 40 anni fa.
L’interesse per il caso è stato riacceso nelle ultime settimane dalla serie di documentari Netflix in quattro parti The Vatican Girl della fine dell’anno scorso. Dopo la messa in onda della serie, diversi membri del parlamento italiano hanno chiesto una commissione parlamentare d’inchiesta.
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