La nuova campagna “sminuisce completamente il nostro patrimonio trasformando Venere Botticelli in un’altra bellezza stereotipata”, lamenta la storica dell’arte Livia Garomersini, che lavora per Mi Riconosci, un’organizzazione che riunisce esperti di beni culturali. Lo dice Massimo Moretti, professore di storia dell’arte all’Università La Sapienza di Roma Venere dei social network degrada la sua originaria bellezza e mistero. “Probabilmente Botticelli non ne sarà contento”, pensò Moretti.
Gli esperti di pubblicità avvertono che riorganizzare opere d’arte leggendarie nelle campagne è complicato. “Più cerchi di ricreare qualcosa di storico, più grande è la tempesta che creerai”, avverte Larry Chiagouris, un rispettato stratega di marketing americano.
“Hanno reso Venere un personaggio dei social media per eccitare la Gen Z, ma non credo sia necessario perché può essere usato così com’è e non alterato affatto”, pensa il liceale Riccardo Rodrigo da Roma.
Icona che rappresenta l’Italia
I costi annuali della campagna, realizzata dall’agenzia turistica italiana ENIT e dalla società pubblicitaria Armando Testa, sono stimati in circa nove milioni di euro (212,6 milioni di corone). Il capo dell’ENIT, Ivana Jeliničová, ha affermato che il gruppo target sono i giovani provenienti dall’estero.
“Ci è piaciuta l’idea che sarebbe stata un’opera d’arte senza tempo”, ha detto Jeleničová della trasformazione dei personaggi della pittura rinascimentale. “Per noi è un’icona eterna che rappresenterà bene l’Italia”, ha aggiunto.
Venere di Instagram, che, a differenza del modello della sua immagine, è vestita, ha ricevuto parodie spietate sui social network. Appare tra i cassonetti o dietro le sbarre con il boss della mafia Matteo Messina Denaro.
Il Ministero del Turismo ha attirato critiche per la sua campagna non solo per passi falsi come l’utilizzo di una foto di un vigneto sloveno per promuovere l’Italia, ma anche per il suo slogan “Aperti alla Meraviglia”. La mescolanza di inglese e italiano va contro la politica dell’attuale governo di cercare di proteggere la lingua italiana come uno dei pilastri culturali di questo paese dell’Europa meridionale. Questa campagna presenta anche problemi tecnici, il materiale non è ben protetto su Internet, rendendolo facilmente accessibile a vari burloni che lo modificano a proprio piacimento.
Per gli scrittori della campagna, la cosa principale è essere discussi e conosciuti dal grande pubblico. “È così che si è diffuso, gli utenti dei social network l’hanno riportato in vita”, si vanta Jeliničová.
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