Palmiro Togliatti (1893-1964) era entrato nel miglior ambiente “borghese”: era nato nella famiglia di un ragioniere della pubblica amministrazione e di un insegnante. Al liceo fu considerato il primo della sua classe e senza problemi si iscrisse a giurisprudenza all’Università di Torino.
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Ma il padre morì nel 1911, la famiglia si fece sempre più povera e Togliatti poté completare gli studi nel 1917 solo grazie a una straordinaria borsa di studio. Forse anche questo ha contribuito allo sviluppo della sua opinione, così come gli echi del colpo di stato bolscevico russo nell’autunno del 1917; Togliatti è iscritto da tre anni al Partito Socialista Italiano. Nel 1921 fu tra i fondatori del PCI Partito Comunista Italiano.
In quel periodo in Italia si scontrarono due ideologie estreme: nel 1922 Benito Mussolini divenne primo ministro e quattro anni dopo il PCI fu bandito in Italia. La maggior parte dei suoi rappresentanti finisce in prigione.
Status “santificato da Mosca”
Per coincidenza, Togliatti era a Mosca a una riunione del Comintern ed è sfuggito all’arresto. Per molti anni organizzò i comunisti italiani dall’esilio, fu attivo nel movimento comunista internazionale, fu inviato in Spagna nel 1936 come consigliere del Comintern, e dal 1939 lavorò alla trasmissione italiana di Radio Mosca.
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Ritornò in Italia solo nel marzo 1944 e dimostrò molta destrezza politica: riconobbe volentieri il dominio monarchico, e il 21 aprile 1944 i comunisti italiani si trovarono al governo per la prima volta (e per l’ultima volta, per soli tre anni). .
Dal dicembre 1944 al giugno 1945 Togliatti ne fu copresidente; dal giugno 1945 al giugno 1946, ministro della giustizia. Più di una volta ha sfidato l’opinione pubblica all’interno del PCI con le sue opinioni moderate, ma la sua posizione “santificata da Mosca” è stata decisiva.
Nelle elezioni del 1946, i comunisti ottennero il 19 per cento dei voti, ma lasciarono il governo nel maggio 1947 e fallirono nuovamente nel 1948; Gli Stati Uniti in particolare hanno assicurato che Togliatti fosse ritratto negli spazi pubblici come il principale nemico della democrazia italiana. Nonostante ciò, nel corso del 1947 riuscì comunque a partecipare in modo significativo alla stesura della costituzione, che altrimenti sarebbe stata difficile da approvare, anche in questo caso nonostante molte opposizioni all’interno del PCI.
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Sotto la guida di Togliatti, il PCI divenne il secondo partito più grande d’Italia e il più grande partito comunista non governativo d’Europa. Sebbene ancora all’opposizione a livello nazionale durante la vita di Togliatti, i comunisti esercitavano un potere considerevole a livello locale e regionale.
Togliatti mantenne la sua posizione di capo del PCI sotto Stalin e Krusciov, fu in grado di resistere alle conseguenze della divulgazione del culto della personalità e riuscì persino a sostenere fondamentalmente Krusciov durante la repressione militare sovietica di una rivolta anticomunista in Ungheria nel 1956.
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