Un giudice italiano si è pronunciato a favore di una coppia lesbica italiana che non desiderava essere identificata come padre e madre nei documenti della figlia. Secondo Reuters, la sentenza non è in linea con l’opinione del nuovo governo di destra. Il premier Giorgia Meloni si considera un difensore dei valori cristiani e della famiglia tradizionale, e il partito di estrema destra Fratelli d’Italia si oppone alle famiglie gay.
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Ma un giudice di Roma si è pronunciato a favore di una coppia lesbica in una disputa sui dati del documento del bambino, che avrebbero dovuto includere informazioni sui genitori o sugli affidatari.
Fino al 2019 per loro si usava il termine genitore, ma Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno e alleato della Meloni, si oppose. Voleva che fossero usati i termini padre e madre.
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Una delle donne della coppia lesbica partorisce un bambino, che poi il partner adotta, rendendole entrambe madri legali. Il giudice ha concluso che non era ragionevole designare uno dei due come padre. Lo ha deciso a settembre, l’organizzazione Famiglie Arcobaleno, che rappresenta i genitori dello stesso sesso, lo ha informato ora della sua decisione.
Il verdetto è definitivo perché la precedente amministrazione di Mario Draghi non ha utilizzato il termine di ricorso. Ma questo vale solo per questo caso particolare e non per tutte le coppie dello stesso sesso in generale.
“Fino a quando la legge non viene modificata, i singoli devono iniziare il processo”, ha affermato Egizia Mondini, portavoce di Famiglie Arcobaleno.
L’ufficio della Meloni ha annunciato che studiera’ attentamente il caso della coppia lesbica perche’ “minaccia il funzionamento del sistema di identificazione nazionale”.
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