Matteo Berrettini ha lasciato il Phoenix Challenger. Dopo un’amara delusione all’inizio del 2023, l’ultima cronologicamente essendo stata un’uscita al primo turno a Indian Wells per mano del numero 103 del mondo Taro Daniel, l’italiano ha scelto di fare un passo indietro per riprendersi. fiducia.
C’è chi critica la sua scelta, c’è anche chi l’accetta con preoccupazione. A dire il vero, a volte, abbassare la tensione può essere utile. Ma qual è il motivo di questo forte calo? È vero, secondo Berrettini, la vita sentimentale e, più nello specifico, la relazione appena nata con la famosa showgirl Melissa Satta non c’entra nulla, come ha affermato in un’intervista rilasciata a Paolo Rossi dal quotidiano italiano Repubblica.
Berrettini ha spiegato: “Personalmente sono una persona tranquilla, ma sapevo che scegliendo qualcuno del mondo dello spettacolo avrei attirato i riflettori. Tuttavia, non credo sia un errore seguire e fotografare.
Ho una relazione d’amore come un 26enne e mi dispiace che cose positive come i sentimenti siano interpretate come distrazione professionale. Quello che mi fa più male non sono i commenti degli haters, ma quelli di chi conosce il tennis.
Non capisco il motivo di questa critica”.
Matteo Berrettini: “Non accetto insulti”
Come spesso accade, i social network sono importanti ma allo stesso tempo casse di risonanza potenzialmente dannose.
Matteo Berrettini è un ragazzo dai sani valori e non sarebbe arrivato a tanto, ma l’ondata di critiche che ha ricevuto sui suoi momenti professionali negativi, che si sono mescolate alle voci sulla vita fuori dal campo, gli hanno sicuramente sconvolto. .
Ha detto: “Gettare odio è troppo facile. Ma se mi guardo allo specchio, vedo un ragazzo educato. Conduco una vita tranquilla e non ho mai insultato nessuno o pronunciato parole inopportune.
Mi chiedo spesso se ho fatto qualcosa di sbagliato. Il tennis è uno sport molto stressante, quindi cerco di essere meno teso in campo e più rilassato ogni giorno. Federer, Nadal e Djokovic ci sono abituati, ma la realtà è che non è normale essere il numero 1 per dieci anni.
Noi tennisti siamo umani, la fatica e le emozioni ci sono anche per noi. Sembrava che la felicità di alcune persone dipendesse dai miei risultati e, se perdevo, esprimevano la loro frustrazione.
Secondo me il tennis dovrebbe essere un momento felice. Arrabbiarsi va bene, insultare no”.
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