La creazione di una barriera contro i migranti al confine tra Italia e Slovenia, più volte discussa dai politici italiani, tra cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini, è inaccettabile, secondo il presidente sloveno Borut Pahor. Secondo l’agenzia APA, Pahor ha affermato sabato durante una visita a Trieste in Italia che l’Italia e la Slovenia fanno parte dell’area di libera circolazione Schengen, e quindi qualsiasi misura draconiana in materia di sicurezza delle frontiere è impensabile.
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Sabato, Pahor ha incontrato il capo della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che, come Salvini, è un rappresentante del partito della Lega anti-immigrazione del governo e promuove un approccio duro alla migrazione. Fedriga ha più volte parlato, ad esempio, di introdurre severi controlli al confine con la Slovenia, che dovrebbero impedire ai migranti di raggiungere l’Italia. Negli ultimi mesi è aumentato il numero di persone che attraversano il confine italo-sloveno senza i documenti necessari, afferma l’APA.
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La rotta migratoria balcanica, che si estende dal Pakistan e dall’Afghanistan all’Austria e alla Germania, è in ripresa, secondo il ministero dell’Interno italiano. Nel 2018, 446 migranti privi di documenti sono stati registrati al confine tra Italia e Slovenia, rispetto ai 782 di quest’anno, ha dichiarato a giugno il ministero dell’Interno italiano.
Proprio per queste cifre il ministro dell’Interno Salvini ha annunciato a giugno che pattuglie congiunte di polizia opereranno al confine italo-sloveno dai primi di luglio. Se il numero di migranti appena arrivati non diminuisce durante le vacanze, si dovrebbe prendere in considerazione la costruzione di barriere fisiche alla frontiera.
Nonostante il presidente sloveno abbia rifiutato categoricamente la mossa, Salvini è rimasto fedele al suo piano. “Se è sufficiente aumentare il numero dei poliziotti, allora andrà tutto bene. Altrimenti costruiremo una barriera al confine con la Slovenia”, ha detto venerdì il ministro in un incontro con esponenti del suo partito nei pressi di Verona.
Secondo l’accordo tra Roma e Lubiana, i pattugliamenti congiunti italo-sloveni al confine dureranno fino al 30 settembre, ma i due Paesi possono concordare una proroga.
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