MADRID, 28 dicembre (EUROPA PRESS) –
Il governo del primo ministro italiano Giorgia Meloni ha approvato questo mercoledì un nuovo decreto per gestire i flussi migratori, semplificare le procedure per le domande di asilo e regolamentare le azioni delle organizzazioni umanitarie che operano nel Mar Mediterraneo, inasprendo le sanzioni contro le ONG.
Tra questi passaggi, le organizzazioni umanitarie possono effettuare un solo salvataggio che deve essere immediatamente comunicato alle autorità, con richiesta di porto sicuro. In caso contrario, il comandante rischia una multa fino a 10.000 euro, con possibilità di fermo amministrativo per 20 giorni della nave.
La multa potrebbe arrivare fino a 50.000 euro, con sequestro della nave, per chi non rispetta il codice di condotta e cerca di entrare nelle acque italiane senza il permesso delle autorità, come riporta il quotidiano ‘La Republica’.
Allo stesso modo, lo skipper deve informare i migranti a bordo della possibilità di chiedere asilo in modo che il paese che batte la bandiera della nave sia responsabile del processo. Il decreto prevede anche il divieto di trasbordo tra navi e sanzioni amministrative o embarghi per chi non rispetta tali misure.
L’Italia ha registrato 88.000 arrivi sulle coste italiane e più di 1.300 morti o dispersi quest’anno. L’argomentazione principale dell’esecutivo Meloni ruota attorno a una presunta mancanza di solidarietà europea e sospetti sulle attività delle ONG, che le autorità continuano ad accusare di promuovere la migrazione dispiegando imbarcazioni di soccorso nella regione del Mediterraneo centrale.
Ong e agenzie delle Nazioni Unite, dal canto loro, hanno sottolineato l’altra faccia della medaglia, ovvero coloro che cercano rifugio nel sud dell’Europa dopo un lungo viaggio che è diventato la penultima tappa per la Libia, Paese segnato dal conflitto per più di un anno. decenni e dove sono stati verificati tutti i tipi di violazioni contro migranti e rifugiati.
Le organizzazioni per i diritti umani insistono sul fatto che la Libia non può essere considerata un porto sicuro per autorizzare i rimpatri, ma a inizio ottobre il numero degli sbarchi nel Paese nordafricano aveva superato quota 16.600, tutti messi in discussione anche dal lavoro della Guardia Costiera. a causa delle sue pratiche repressive.
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