UCM è presente al Dialogo Partecipativo sulla Politica Migratoria Nazionale

Gli accademici fanno parte della giornata in cui vengono discussi gli aspetti che devono essere inclusi in questa importante politica pubblica che viene formulata dal governo del Cile.


Il governo cileno si impegna ad adottare politiche statali con senso di urgenza e responsabilità, per affrontare le sfide e le opportunità poste dalla migrazione in diverse regioni del paese.

A tal fine, organizzare una serie di dialoghi con i cittadini a livello nazionale; Nella regione del Maule, l’incontro è stato presieduto dalla delegazione presidenziale Humberto Aqueveque, e vari attori hanno partecipato per generare idee e proposte che consentissero la formulazione di una politica migratoria nazionale.

Al convegno tenutosi presso l’Universidad Católica del Maule, l’università ospitante ha collaborato mettendo a disposizione parte del proprio team accademico, con la partecipazione attiva del docente della Scuola di Sociologia, Stefano Micheletti, insieme ai ricercatori del Centro Studi per l’Inclusione Interculturale (CEI UCM ).

In questa occasione, la delegazione presidenziale, Humberto Aqueveque, ha ringraziato gli accademici e apprezzato il loro contributo. “La nostra idea è che questa sia una politica statale a cui partecipiamo tutti, ecco perché il dialogo che stiamo avviando… questo dialogo deve essere costruito dalla regione, dove la visione di tutti fa parte della politica pubblica. ” .

Il rapporto tra migrazione e territorio

Stefano Micheletti, nel suo intervento prima di lavorare a diversi tavoli tematici a cui hanno partecipato funzionari cerimoniali di vari ministeri, ha riflettuto sul territorio.

“La prima cosa che vorrei evidenziare è che il territorio, oltre a rappresentare un mero spazio geografico, è il risultato delle nostre relazioni sociali, dove ci sono conflitti, dialoghi, interessi e desideri di una comunità”, esordendo con le parole di un accademico della Facoltà di scienze sociali ed economiche.

“Se vogliamo comprendere il rapporto tra territorio e migrazioni, e se il territorio è un costrutto sociale, dobbiamo adottare una prospettiva intersezionale, che implica il presupposto che il soggetto dei migranti non sono solo gli stranieri, ma anche donne, uomini, trans, giovani, della città natale, anziani, venezuelani, francesi, con poche risorse o con molta istruzione formale e che queste categorie operino insieme e si esprimano nel modo in cui questo particolare soggetto ha o non ha accesso alla regione. Per questo, e in un piano più concreto, i ricercatori hanno verificato da decenni che la mobilità umana gioca un ruolo molto rilevante nello sviluppo fisico e materiale dei territori, ma anche nei processi sociali di condivisione e confronto di valori. Non c’è dubbio che il miglioramento del processo migratorio nella nostra regione negli ultimi anni ha comportato cambiamenti nelle città, nel settore rurale e in un certo senso questo aumento si spiega proprio con le peculiarità della stessa regione, l’esistenza di città di medie dimensioni con una dinamica urbana diversa, con le abbondanti offerte di lavoro stagionale legate all’agricoltura, per esempio”, ha proseguito Micheletti nel suo intervento.

“Le politiche di immigrazione dovrebbero almeno cercare di catturare questa diversità e, d’altra parte, ogni volta che si parla di territorio è importante che la scala sia chiaramente definita. Se l’obiettivo è formulare politiche che promuovano l’integrazione e l’inclusione degli stranieri nella società cilena, con le sue diverse espressioni culturali, incoraggino l’interculturalità e promuovano l’incorporazione e la partecipazione armoniose degli stranieri nel paese sociale, culturale, politico ed economico del paese, bisogna determinare su una scala su cosa lavoreremo, vale a dire: ambientale, comunale, regionale?”, ha spiegato poi.

“Dal mio punto di vista è necessario affrontare la questione da un punto di vista più complesso, territoriale, intersezionale e vorrei dare un suggerimento: credo sia importante imparare dall’esperienza che è stata fatta al livello comunitario e cittadino”, ha concluso.

Equilibrio

Insomma, gli accademici italiani danno giudizi positivi su come si presenta oggi. “Questo è un esempio importante e necessario; La sfida più grande in questo momento è dare continuità, e si spera un ritorno alla logica di un tavolo di lavoro permanente a livello regionale”, ha concluso.

Rivedi gli interventi accademici di Micheletti qui

Attestazione: DIRCOM UCM

Daniel Jensen

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